Celle in acciaio, ecco il penitenziario che non si farà
Innovazione o sogno nel cassetto? Così sono i moduli anti-fuga
Celle prefabbricate in acciaio. Sembra una camera di tortura in realtà, secondo la Svemark, rappresentano il futuro dell’edilizia penitenziaria. Secondo la Svemark ma non solo: la tecnica è usata con successo da anni in America, è stata visionata dal capo del Dap, dipartimento amministrazione penitenziaria, Giovanni Tinebra e pare fosse molto apprezzata anche dall’ex ministro Giovanni Conso. Tanto che nel bando di gara per la realizzazione dei nuovi penitenziari di Varese e Pordenone, emesso dal Ministero della Giustizia nel 2004 si fa cenno all’acciaio, alla voce criteri generali da adottare nella progettazione: “Inoltre – si dice nel bando – si ritiene necessario avviare la ricerca di soluzioni strutturali che impieghino materiali alternativi a quelli tradizionali con particolare riferimento all’acciaio, al fine di ottimizzare i processi di costruzione con ritorni sui costi di costruzione e sui tempi di realizzazione”.
Ma carceri con celle prefabbricate in acciaio, in Italia, non ne sono mai state fatte. Una “guerra” tra chi costruisce in acciaio e chi costruisce in cemento? La Svemark sostiene si tratti proprio di questo.
Le “virtù” delle celle modulari sarebbero molteplici, sostiene il consorzio nato a Padova, all’interno della SVE spa Roma. Prima fra tutti quella di poter essere realizzate all’interno della fabbrica e semplicemente trasportate nel luogo in cui dovranno essere sistemate; possono poi essere “impilate” una sull’altra, come pezzi di costruzioni Lego.
Le celle arrivano pronte, dotate di impianti tecnologici attivi, infissi, rivestimenti e arredamento; ogni camera, singola o doppia, è dotata di zona sanitaria separata e già funzionante. Le pareti sono in acciaio e questo, oltre a rendere praticamente impossibile l’evasione, abbatte i costi di manutenzione perché le pareti non possono essere scalfite.
Le stanze sono isolate in modo tale che la temperatura sia sempre sotto controllo, d’inverno come d’estate.
Queste celle modulari prevedeva il progetto del carcere di Varese (da cui abbiamo tratto alcune immagine) presentato dal Consorzio Svemark,.
Progetto che è rimasto sulla carta ed è finito, oltre che sui tavoli della Guardia di Finanza, anche su quello dei giudici del tribunale civile di Roma.
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