Si libera dalla coca ma non dagli estorsori: tre in manette

La figlia di uno spacciatore rimane senza soldi e minaccia un cliente che nel frattempo si disintossica e racconta tutto ai carabinieri. Legnate e percosse, poi gli arresti

cocainaL’arresto del padre, trovato con 30 grammi di coca, è stato un duro colpo. Quindi, per restare a galla, l’idea di estorcere denaro ai clienti è diventata la strada da percorrere.
Ma le tre persone arrestate dai carabinieri di Varese non hanno fatto i conti con la volontà della loro vittima – un trentanovenne di Sumirago – di smettere col vizio e dare un taglio con quella vita legata alla sniffata ad ogni ora, e ad ogni costo.
Così la storia di coca e botte è finita con l’arresto di tre persone: due uomini di 28 e 26 anni e una donna di trenta, tutti di origini dominicane.
I ferri ai polsi del terzetto sono scattati ieri sera per via dell’operato dei carabinieri del nucleo investigativo di Varese su ordine della pm Sabrina Ditaranto, della procura di Varese.
I reati contestati sono quelli di: minaccia aggravata, percosse, estorsione.
Gli investigatori, nel corso di numerosi servizi di osservazione, supportati anche da attività tecnica, hanno documentato le numerose minacce rivolte dal gruppo criminale nei confronti di un 39enne italiano, assuntore di stupefacenti fino al dicembre 2013.
I fatti hanno inizio nel mese di marzo 2014, quando i militari del nucleo investigativo di
Varese traggono in arresto un 48enne dominicano, trovato in possesso di circa 30 grammi di coca presso la sua abitazione di via Castoldi a Varese. A seguito dell’arresto dell’uomo,
la figlia iniziava a chiedere aiuto economico ai “clienti” più fidati del padre
, tra i quali figurava un 39enne di Sumirago a cui,in diverse circostanze venivano richiesti, in maniera amichevole, 1.500 euro a titolo di prestito. La richiesta veniva puntualmente rispedita al mittente, anche perché nel frattempo l’uomo, ravvedutosi, si era iscritto al Scarabinieri bastone fotoERT per potersi definitivamente smarcare dal mondo degli stupefacenti.
Trascorse alcune settimane senza più notizie della donna, nel corso della scorsa settimana
l’uomo iniziava a ricevere dalla stessa telefonate dal contenuto decisamente minaccioso e la
somma di 1.500 euro, in precedenza richiesta a titolo di favore, era nel frattempo divenuta un obbligo dovuto a precedenti partite di cocaina non saldate; i fatti sono addirittura
sfociati in una aggressione fisica nei confronti del malcapitato, aggredito con un bastone
da un uomo sbucato dall’auto della sua aguzzina
nel corso di un incontro “chiarificatore” avvenuto nei giorni scorsi nei pressi della chiesa di Sumirago.
Ormai succube dei suoi aguzzini, nella tarda serata di ieri l’uomo, esasperato ed arrivato
addirittura a rifugiarsi in Piemonte pur di sottrarsi alle continue minacce, decideva così di
assecondare l’ennesima richiesta minatoria, concordando un appuntamento ad Azzate per la
consegna di 750,00 euro.
A quel punto, i carabinieri del nucleo investigativo hanno predisposto un servizio di osservazione nei pressi del luogo ove era previsto l’appuntamento e, dopo aver documentato lo scambio di denaro, hanno immediatamente fermato e tratto in arresto gli aguzzini, identificati nei 3 dominicani, che attualmente si trovano in carcere. Oltre ai reati già citati gli investigatori contestano al trio anche quello di “detenzione di oggetti atti ad offendere”, in
quanto si erano presentati all’appuntamento con in auto un grosso bastone in legno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Luglio 2014
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