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Sul lago in canoa, una domenica da dimenticare

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8 Settembre 2014

lago varese alghe Buongiorno,
sono un appassionato di canoa, cui mi dedico non come attività agonistica, ma per ottenere contemporaneamente un po’ di relax, una salutare ginnastica e una buona ossigenazione.
Oggi (domenica 7 settembre ndr) invece devo purtroppo confermare un fatto già noto al vostro giornale, in base ad un articolo che però si riferiva alla zona antistante le chiuse del fiume Bardello.
In realtà è tutto il lago ad essere interessato da questo inquietante e forse pericoloso fenomeno.
Nella mattinata di oggi domenica 7 settembre, grazie ad un sole finalmente estivo, ho deciso di concedermi una delle ultime remate della stagione. Così sono andato a Gavirate e mentre stavo per mettere in acqua la canoa, in prossimità del pontile dei Canottieri, ho notato una fanghiglia spessa e compatta, come del fango galleggiante, che ricopriva la superficie del lago lungo tutta la costa, fin dove potevo vedere. Ho deciso di entrare in acqua lo stesso, contando sul fatto che una volta al largo la situazione sarebbe probabilmente migliorata.
Invece, con mio grande disappunto, ho constatato che la fanghiglia aveva infestato tutto il lago. Ho raggiunto le chiuse del Bardello, poi la costa di Biandronno e infine sono arrivato in prossimità dell’Isolino Virginia: la situazione era sempre la stessa. Spesso mi sono imbattuto in strati melmosi incredibilmente compatti, che rendevano immobile la superficie del lago sottostante.
Quella che avrebbe dovuto essere una piacevole remata a contatto con la natura si era rivelata invece fonte di ansia, dato che cercavo di muovermi il più delicatamente possibile per paura di bagnarmi. Non vedevo l’ora di tornare a riva, anche perché mi sembrava di iniziare a provare un senso di nausea, ma poteva anche trattarsi di suggestione, dato che quando finalmente sono tornato a riva, mi sono sentito subito meglio. Lavare la canoa poi non è stato facile, dato che quel liquame opponeva una notevole resistenza all’acqua.
A testimonianza di tutto questo, allego alcune fotografie, che comunque non riescono a rendere completamente il disgusto che ho provato.
Con la speranza che le testimonianze diventino sempre più numerose e riescano a sensibilizzare le autorità preposte alla salvaguardia del Lago e delle persone che vorrebbero viverlo, ringrazio per l’attenzione e invio distinti saluti.

Giorgio Pittalis

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