La volpe che imparò a “camminare sulle acque”

Gli spazi per il passaggio degli animali scarseggiano: per questo fiumi e torrenti si trasformano in vie sicure. A volte, però, servono alcuni adattamenti per garantire un varco

Quattro zampe che si muovono nella notte buia, un paio d’occhi che diventano rossi quando vengono illuminati dai fari delle auto sempre più vicini. Il limitare del capo attraversato, poi c’è solo l’asfalto. E la fretta dettata dall’istinto: magari una preda da raggiungere o i cuccioli da sfamare. Potrebbe essere l’incipit di un romanzo, o di una storia per bimbi, ma anche la prima riga di un racconto destinato a terminare subito dopo, stroncato dalle ruote di un’auto. I personaggi di questa storia sono volpi, ricci, tassi, piccoli roditori; come vedremo anche rane e rospi. E fino a qui, tutti animali di casa nostra, che per spostarsi hanno bisogno di posti sicuri. Ma ci sono altri animali, mammiferi come l’istrice, che sono considerati “foresetieri”: fino a una ventina d’anni fa vivevano al nord del Lazio e oggi si spostano verso settentrione.

istrice foto lunga

Perfino questo piccolo mammifero, trovato dalle nostre parti ospite inatteso invitato qui dai cambiamenti climatici, persino lui, coi lunghi aculei, si deve muovere. Nel caso dell’istrice l’autostrada preferita per spostarsi verso nord è l’Appennino. Poi c’è il Po, che si riesce ad attraversare a nuoto, e il Ticino. Qui, però, si rischia grosso perché l’impatto con l’uomo rende a volte impotente ogni tentativo di trovare riparo.
Allora lui, come la volpe e tanti altri piccoli animali di cui l’Italia, regno della biodiversità in pericolo è costellata, vanno aiutati.
La seconda puntata di questo viaggio (leggi qui il progetto e la prima puntata) accompagnati dai progetti LifeTib parte da qui, dai punti invisibili sotto le strade, sotto le lingue d’asfalto che permettono alla specie dominante di muoversi velocemente su gomma e senza notare quello che avviene a terra se non, con la luce del mattino, accorgersi della strage silenziosa che si consuma.

VALLE LUNA – Fermarsi per un secondo in prossimità di un piccolo corso d’acqua, poco più di un rivolo che degrada verso il lago, vuol dire immergersi in un mondo sconosciuto e a portata di mano. Basta, a volte, una telefonata o una sigaretta prima di entrare in auto e l’attesa di pochi minuti sull’argine. Siamo alla Schiranna, prima di una rotatoria doppia dove c’è un bar, proprio sulla riva del torrente Valle Luna. Il livello dell’acqua è molto basso, ma quando sale può rappresentare un problema per gli animali che, scendendo dal Campo dei Fiori, sfruttano questo varco naturale per muoversi. L’intervento di sostengo e “deframmentazione” dei passaggi – che deve ancora essere eseguito – consiste qui nel rendere il fiume “continuo”, cioè permettere il transito degli animali rendendo una delle due sponde più alta dell’altra: in questo modo anche nei periodi di piena è garantito un passaggio praticabile. L’alternativa, in questi casi, è l’attraversamento stradale.

bregano fiume strada

BARDELLO – Un altro esempio, questa volta in itinere e quasi completato, si può notare a due passi dal lago. Siamo al di sotto del livello stradale nei pressi del “nuovo” ponte realizzato lungo la provinciale, al confine fra Bardello e Gavirate. Il fiume è quello che dà il nome al paese delle ghiacciaie e siamo a poca distanza da dove la scorsa settimana abbiamo incontrato Ludwigia, la specie infestante che viene dall’Asia. Solo che qui siamo nel pieno del fiume, che ha già incominciato il suo percorso da qualche centinaio di metri: dopo una decina di chilometri il Bardello si tuffa nel lago Maggiore in località Bozza, a Besozzo. Lungo questo tratto il fiume diventa un’occasione imperdibile per gli animali: predatori e prede si muovono sfruttando le sponde. Proprio sotto al ponte si sta completando la posa di grandi macigni che servono da sentiero agli animali per evitare la strada.

bregano fiume strada

BREGANO, LA VIA DELLE RANE – Non solo i mammiferi, però, diventano vittime degli attraversamenti di statali e provinciali, anzi. Rane, rospi, anfibi: durante la stagione primaverile questi animali depongono le uova nel lago, nelle zone umide, proprio come la palude Brabbia. Qui un intervento praticamente invisibile salva la vita a migliaia di anfibi l’anno: una bocca di lupo nella parte superiore della strada permette l’approdo al sicuro scivolo in erba che fa passar sotto la strada rane e rospi e permette loro di trovarsi nel fitto del bosco che degrada verso il canneto. Lì l’acqua, la salvezza. Siamo lungo la via Garibaldi che interseca la sp18 e collega Biandronno a Bregano. Un intervento analogo verrà effettuato lungo la statale 233 della Valganna: all’altezza del laghetto FonteViva verrà costruito un sottopasso simile. Nella stagione della riproduzione vengono anche posizionate delle barriere che impediscono agli anfibi di attraversare fuori dal passaggio.
Solo due esempi delle tante “vie” sotterranee che proteggono animali invisibili ma utilissimi: nella catena alimentare svolgono una funzione regolatrice nutrendosi di molti insetti infestanti per l’uomo, prima fra tutte la zanzara.  

Così, se qualche notte passate dalle parti del Bardello del Valle Luna in piena non spaventatevi se vi sembra di vedere qualche animale camminare sulle acque: nulla di miracoloso: sta semplicemente andando verso casa.


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Pubblicato il 28 Ottobre 2014
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