La morte di una madre e della sua bambina

Sono state travolte da una frana che ha spazzato via la sua abitazione in un piccolo paese poco distante dal confine di Stato. Una tragedia che lascia senza parole l’intera comunità

cuiro foto casa

Monica e Alice sono morte insieme, forse mentre erano in cucina dove stavano preparando i biscotti per la fiera di San Martino di Mendrisio, una festa dedicata all’agricoltura dove alla giovane piaceva andare perché innamorata della natura: sono proprio di Monica le capre che tranquille pascolano a pochi metri dove la loro padrona non ha trovato scampo dalla massa di detriti che ha travolto la sua casa.
Cercava un luogo tranquillo dove vivere Monica Moriggia, la giovane donna di 31 anni morta la notte scorsa con la sua piccola, e l’aveva trovato due anni fa quando ristrutturò questo rustico a Bombinasco, piccola frazione abitata da un centinaio di persone fuori dall’abitato di Curio. Monica era originaria di Novaggio e lavorava come cuoca alla scuola di Pura, un piccolo centro vicino al luogo della disgrazia. Era conosciuta in paese e faceva parte della “Gioventù Rurale”, associazione che occupa anche di organizzare feste agresti.

La zona è una bella copia della galassia di tanti piccoli comuni dell’Alto Varesotto, distante qualche chilometro dal confine di Stato che qui si chiama Cremenaga, Palone o Fornasette; difficile distinguerla dall’Italia: per arrivare si notano solo alcuni cartelli estranei ai guidatori nostrani che recitano: “attenzione, acqua sotto la sede stradale”. Ma nonostante le fortissime piogge di questi giorni che si sono fatte vedere nel Luinese sotto forma di allagamenti, in questi paesi che corrono sulle alture lungo l’asta del Tresa, di acqua non se ne vede: asfalto in ordine, privo di buche o allagamenti, persino di foglie.

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Si arriva a quel che resta della casa passando da una piccola strettoia in salita, poi due curve e le macchine della polizia cantonale dicono che ci siamo: la casa era circondata dai boschi su tre lati, ad eccezione che per la parte sud, dove corre la strada. Ci sono due corsi d’acqua che passano dai due lati della costruzione: uno è un fiume reso grosso dalle forti precipitazioni, l’altro è più piccolo e il suo corso costeggia materialmente la proprietà. A qualche centinaio di metri dalla casa, verso monte passa invece una strada di montagna che collega il paese di Monica, Novaggio, ad Astano. Particolari che a prima vista non riescono a evadere la domanda, che tutti, qui, si stanno ponendo in queste ore: come è possibile che una frana di oltre mille metri cubi di terra e sassi cada sopra un’abitazione per schiacciarla e addirittura portarsene un pezzo verso valle? Forse è colpa della natura, la stessa amata da entrambe le vittime che su Facebook si facevano fotografare su un trattore sorridenti.
Una natura da queste parti ancora selvaggia, che sembra aver presentato troppo presto il conto a una ragazza che amava la vita all’aperto: aiutava nella conduzione dell’Alpe di Paz (l’alpe dei matti) sulle alture sopra Novaggio dove si poteva pernottare in tenda o in una sorta di rifugio prealpino. La ricorda così Lilia, una signora che in silenzio assieme al proprio cane guarda il tetto poggiato sul prato, i serramenti sparsi in giardino, calcinacci e legname da edilizia che si confondono con la montagna.

«Ero qui ieri sera a mezzanotte ed è stato terribile: non si capiva cosa fosse successo. Io sono stata avvisata da mio marito per telefono poi sono venuta qui a piedi, vivo poco distante. Una tragedia».

cuiro foto casaMentre Lilia racconta non ci si accorge dell’arrivo di un giovane alto, biondo, con una maglia bianca: sta trattenendo le lacrime, è commosso, poi prende coraggio e va a posare un biglietto di cordoglio scritto a mano alla base del cancello. Scene strazianti che è impossibile ignorare. Sotto la casa c’è una costruzione di montagna con una parete affrescata, sembra una rimessa per mezzi agricoli con una Madonna dipinta. A prima vista sembra un dettaglio, ma tutti lo notano, quando passano e leggono, in questa processione di giornalisti e curiosi.
C’è scritto: “Passeggero non ti sia grave/chinare il capo e recitare un’Ave”.

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Pubblicato il 06 Novembre 2014
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