Treni, tra le peggiori linee d’Italia anche la Bergamo-Milano-Treviglio

Un rapporto di Legambiente ha stilato le 10 peggiori linee ferroviarie e ora chiede a governo e Regioni di impegnarsi a migliorare il trasporto pubblico

È una classifica impietosa quella stilata da Legambiente nel suo rapporto pendolaria 2014 sulle dieci tratte ferroviarie peggiori d’Italia. Una galleria degli orrori a cui sono sottoposti quotidianamente milioni di pendolari italiani. 
“Gli ultimi anni – si legge nel documento preparato dall’associazione per denunciare le situazioni più gravi del trasporto ferroviario – sono stati davvero terribili per chi si muove in treno. Complessivamente dal 2010 a oggi a seguito dei tagli sui trasferimenti da parte del Governo si possono stimare tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale, con differenze tra le diverse Regioni ma dentro un quadro in cui diventa ogni giorno più difficile salire su un treno. A rendere evidente la situazione sempre più complicata che vivono i pendolari sono i tagli realizzati nelle diverse parti del Paese, con la riduzione del numero di treni lungo le linee, a cui si è accompagnato in quasi tutte le Regioni italiane un aumento delle tariffe. […] Rispetto al 2009
le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni per recuperare la situazione". 

Per capire l’entità dei tagli in rapporto all’aumento delle tariffe, basta dare una rapida occhiata alla tabella allegata nel documento e che riportiamo qui sotto. 

Nello specifico le "linee da incubo" sono: la Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano, la Siracusa-Ragusa-Gela, la Portogruaro-Venezia. E ancora la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza e la Campobasso-Isernia-Roma. A queste si aggiungono le linee cancellate, come è accaduto in Piemonte con 14 linee tagliate negli ultimi 3 anni o per il collegamento Cremona-Piacenza.

Guasti, sovraffollamento, carrozze vetuste e malconce, ritardi. I problemi elencati nel dossier di Legambiente sono innumerevoli e, ahinoi, comuni a tutte le tratte indicate dal rapporto. Da nord a sud da ponente a levante, senza distinzione alcuna. 

Tra le tratte peggiori c’è anche la Bergamo-Milano-Treviglio, non immune – si legge nel documento – a "ritardi e soppressioni che hanno provocato nuovi disagi nel 2014 per il trasporto dei pendolari sia verso Milano che nelle relazioni tra gli altri capoluoghi lombardi. Negli ultimi anni il tasso di puntualità medio dei treni delle 40 linee lombarde è passato dall’87% del 2011 al 78% del 2014. Ma quest’autunno è crollato al 65%. In particolare su una delle più trafficate e "storiche" linee del pendolarismo lombardo, la Bergamo-Treviglio-Milano, si sono registrati i maggiori disagi. Nel collegamento tra due grandi città della Lombardia, in una delle aree più ricche d’Europa, il livello del servizio è assolutamente inadeguato. Nonostante i recenti potenziamenti ed i consistenti investimenti sulla linea realizzati con il quadruplicamento della tratta Milano-Treviglio e il raddoppio della tratta Treviglio-Bergamo, sui 56 km di linea i tempi di percorrenza sono rimasti gli stessi di trenta anni fa con una velocità media di 60 km/h.

Le pessime condizioni di viaggio con carrozze sovraffollate e sporche hanno portato all’esasperazione i pendolari che si sono dovuti anche subire, nei mesi scorsi, una pessima organizzazione dei lavori di rifacimento della stazione di Bergamo che hanno provocato pesanti disagi anche per l’ingresso e l’uscita nella stazione. Il materiale rotabile utilizzato su questa tratta è il più vecchio e inaffidabile di quello in servizio con una flotta composta da treni a doppio piano e a media percorrenza. Proprio in questi mesi è esplosa la rabbia dei pendolari con proteste sul web, “scioperi del biglietto” e le azioni legali per l’indennizzo dei ritardi che si sono moltiplicate. Nonostante ciò non è un caso che nonostante un’autostrada nuova di zecca davanti a casa come la Brebemi questa resti desolatamente vuota ed i pendolari continuano ad utilizzare treni ed a chiedere sempre maggiori investimenti nel settore ferroviario".

«La Bergamo-Milano-Treviglio è una dorsale strategica – commenta Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente –  e il livello del servizio è inaccettabile. Ma la cosa più grave è che queste disfunzioni allontanano centinaia di migliaia di pendolari, che sono costretti a usare la macchina. Gli investimenti sono diretti al gigantismo aeroportuale o alla autostrade, ne stiamo facendone più di quelle che servono, o al potenziamento delle linee ad alta velocità. Mi riferisco alla Milano-Venezia, un’opera che non mi vede contrario, ma che salta Brescia a piè pari per andare direttamente a Verona. Ma come si fa a saltare Brescia? Forse è l’importante sarebbe andare un po’ meno veloce, ma conettere tutte le città del nord in modo efficiente. Siamo in una situazione paradossale, anche perché siamo alla vigilia dell’inaugurazione di Alptransit e quindi all’aumento del flusso di merci che dal nord Europa, attraverso la Svizzera, arriva in Lombardia. Ma mentre gli svizzeri sono pronti noi investiamo in opere inutili come la Brebemi o la Pedemontana.
Tra fare muovere le ruspe per fare un’opera inutile e farlo per un’opera utile, secondo lei cosa ha più senso?»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Dicembre 2014
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