In crociera nel Mediterraneo. Per misurare l’inquinamento

Il CCR ha collocato una centralina per il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico in una delle navi da crociera Costa. Per scoprire se anche sul mare la situazione è come nelle città

Anche le imbarcazioni inquinano, né più né meno delle jeep o delle monovolume: ma, al contrario di ciò che avviene nelle città, le loro emissioni fino ad ora non sono mai state misurate.
Solo fino ad ora, perché il CCR di Ispra ha installato su una nave da crociera che gira per il Mediterraneo, la Costa Fortuna, una vera e propria centralina per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
 

«Questo è il primo monitoraggio dell’inquinamento atmosferico di fonte antropica nel Mediterraneo –  spiega Frank Raes, capo unità cambiamenti climatici del CCR di Ispra, responsabile del progetto – La nave da crociera permette una campagna periodica, con una strumentazione che lavora in automatico, per almeno 2 anni. La centralina misura l’ozono e certi tipi di pm 10 inquinanti che di solito si misurano in città, ma che hanno un effetto sul clima, di solito riscaldante ma in generale di turbamento alla temperatura: elementi che incidono soprattutto sull’acqua per la formazione delle nubi».

Questo curioso tipo di “centralina antinquinamento viaggiante” è stata collocata nell’ambito del progetto EMEP (Enviromental Monitoring and Evaluation Program), che prevede diverse stazioni di misurazione, soprattutto nel nord Europa, mentre in Italia ce ne sono due,  una a Ispra e una vicino a Roma, presso il CNR. Quella posizionata dal CCR grazie alla collaborazione della Costa Crociere è la prima centralina in assoluto dei mari europei.

La centralina, a bordo della Costa Fortuna, ha già fatto tre giri nel Mediterraneo Occidentale, area dove la nave – che insieme alla gemella Costa Magica è al momento la più grande unità passeggeri battente bandiera italiana ed è un vero "gioiellino" di difesa ambientale, con sminuzzatori che riducono i rifiuti alimentari a una miscela biodegradabile e speciali attrezzature per la raccolta e il trattamento delle acque di scarico – è impegnata, sino alla prossima estate, in crociere di 7, 11 e 10 giorni.

«I primi dati confermano i modelli che avevamo elaborato  spiega Raes – I valori rilevati spiegano infatti che il valore di ozono sopra il mare purtroppo è alto, mentre c’erano altre ipotesi che pensavano al contrario a valori molto bassi. Le ragioni di questi valori alti sono principalmente due: la prima è che molte grandi città, forti produttrici di ozono, sono affacciate sul bacino del Mediterraneo. La seconda è che molta della produzione di ozono è causata dal traffico marittimo: un quarto di tutte le navi che girano nel mondo passano dal Mediterraneo e sono sorgente importante di inquinamento per l’ozono, tant’è vero che si stima che tra 20 anni le emissioni provenienti dalle navi saranno paragonabile a quelle prodotte dalle sorgenti terrestri. Ma se ci sono già particolari politiche per limitare le immissioni sulla terraferma, proprio questi studi saranno importanti per studiare a livello europeo un’analoga strategia che riguardi il traffico marittimo».

Soddisfatte, ovviamente, le due strutture coinvolte: «Una collaborazione – ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario per la Ricerca dell’Unione Europea – è un esempio di come il settore pubblico e quello privato possano lavorare insieme per trovare nuovi modi di ottenere dati molto importanti per la nostra conoscenza del cambiamento climatico».

«Costa Crociere da anni si distingue per l’impegno nei confronti della tutela dell’ambiente, in particolare di quello marino – ha sottolineato Pier Luigi Foschi, Presidente ed Amministratore Delegato di Costa Crociere – Siamo molto orgogliosi di offrire un ulteriore contributo collaborando con questo importante e prestigioso centro di ricerca. Dopo l’ottenimento della certificazione ISO 14001, del riconoscimento Green Star e l’istituzione di una partnership con il WWF Italia, questa collaborazione è un’ulteriore testimonianza della nostra volontà di sviluppare una forma di turismo responsabile, nel rispetto della conservazione del patrimonio ambientale in cui operiamo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Novembre 2005
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