Tre famiglie distrutte in una notte

Andrea avrebbe compiuto 18 anni il 1° dicembre. Agostino e Mirko grandi amici uniti dalla passione per la musica. I parenti: «Non ci sono parole»

«Andrea, perché proprio il mio Andrea? Andrea non c’è più, non lo vedrò mai più». S’appoggia alla grata del cancello di casa, Lucia, la mamma di Andrea Imperiale (sotto nella foto) 
Il suo ragazzo, 17 anni, era seduto in auto a fianco del guidatore, domenica sera quando la Peugeot 206  ha carambolato più volte andando a sbattere contro il guard rail.
Lucia ripete con ossessione il nome del suo “bambino”, del ragazzino ben più alto di lei che quando l’abbracciava la prendeva in giro perché era proprio una “tappetta”.
Andrea avrebbe compiuto diciotto anni il 1° dicembre e aveva talmente fretta di prendere la patente che si era già iscritto a scuola guida e aveva già preso due lezioni. Piuttosto di vederlo andare via sulla macchina di altri, meglio che avesse la sua.
«Glielo dicevo sempre: non volevo che girasse con persone più grandi di lui. Ma che cosa ci faceva con un uomo di trent’anni, perché Marco non se ne stava con quelli della sua età? Io non capivo, ma lui mi diceva di stare tranquilla che non sarebbe mai successo niente». E così anche sabato sera Andrea ha indossato il suo regalo di compleanno ed è uscito. 

«Qualche sera fa – racconta ancora Lucia Sansonna, che vive a Schianno (nella foto la villetta)insieme ad Andrea, ad un’altra figlia e al nuovo compagno – abbiamo visto al telegiornale un servizio su un incidente stradale in cui erano morti dei ragazzi. Io ho commentato ad alta voce, davvero angosciata: – Chissà che cosa ha provato quella mamma quando le hanno detto che suo figlio era morto –. Lui mi ha sorriso e ha aggiunto: -Tranquilla, mamma. A te non succederà mai». E invece Lucia è appoggiata al tavolo della cucina e guarda il suo Andrea che le sorride dalle foto.
«Era un ragazzo allegro, si fidava di tutti, ma io ero certa che ci fossero persone, che lui definiva amici, che avrebbe dovuto smettere di vedere. E invece niente. Sabato è andato dal papà a Buguggiate e da lì è andato chissà dove. Ci sono cose, e persone, che non so se sarò mai disposta a perdonare».

Il dolore rompe gli argini invece nella casa di Capolago, dove in via Del Porticciolo viveva Agostino Caristo, 19 anni, ed esplode davanti a telecamere e giornalisti.
«Ci sono parole per spiegare cosa stiamo provando? – dice una zia davanti al cancello della villetta invasa da amici e parenti – E’ una tragedia immensa: mia sorella prende tranquillanti da domenica sera. E non so se si riprenderà mai».
Non ci sono davvero parole da aggiungere.

Altro paese, stesse tremende sensazioni. Ad Azzate è la famiglia Porcu a piangere Mirko (foto a fianco), artigiano ventiquattrenne, appassionato di musica, l’ultimo ad essere riconosciuto da sanitari e forze dell’ordine poiché nella fretta aveva dimenticato a casa i documenti. «Eccolo qui, era lui» mormora il padre Salvatore davanti alla foto sul computer. E poi le lacrime di una famiglia disperata, pur composta nel proprio dolore. I genitori di Mirko conoscevano Marco Panarese, il giovane che qualche volta si era fermato a dormire nell’appartamento di Azzate e che era alla guida della Peugeot. Una macchina sulla quale Mirko non sarebbe dovuto salire, come hanno ricordato alcuni conoscenti che lo avevano incontrato a Buguggiate. Poi la decisione fatale di accompagnare il cugino Andrea Imperiale e gli altri amici verso Schianno. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2005
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