Le relazioni pericolose di Fumagalli, “Solo illazioni”

Secondo interrogatorio per l’ex sindaco. Altre quattro ore di faccia a faccia con il pm Agostino Abate. Non ci sarebbero atti amministrativi al centro dell'inchiesta

Aldo Fumagalli, ex sindaco di Varese, starebbe giocando al buio la sua partita con la magistratura, se è vero quanto affermano lui e i suoi legali. «Non è stato un interrogatorio, Fumagalli si è presentato spontaneamente dal pm Agostino Abate – dicono gli avvocati Giancarlo Beraldo e Cesare Cicorella  – con cui ha concertato i due incontri. L’avviso di garanzia conteneva l’articolo del codice penale, il resto sono tutte illazioni a cui risponderemo a suo tempo con una denuncia per calunnia».  (foto, da sinistra: Giancarlo Beraldo e Aldo Fumagalli)
Non sarà stato un interrogatorio, Aldo Fumagalli avrà voluto chiarire la sua posizione spontaneamente, ma nelle quattro ore di faccia a faccia con Agostino Abate e per la seconda volta probabilmente non si è parlato solo delle presunte pressioni fatte dall’ex sindaco sulla cooperativa Settelaghi per fare assumere le due ragazze romene irregolari e sull’uso “improprio” dell’auto blu. «Nessun atto amministrativo è al centro dell’inchiesta – confermano i due legali-. Le indagini sono in corso ed è naturale che l’inchiesta tende ad allargarsi. Fumagalli ha chiarito punto per punto: se ad esempio l’autista dice che andava a fare una passeggiata con l’auto blu,  lo dice l’autista, bisogna poi provarlo. Comunque sui quattro episodi specifici sono state fornite tutte le spiegazioni».

 

Fumagalli , dapprima incerto con i giornalisti, col passare del tempo si lascia andare e risponde anche su quelle “illazioni” e sulle “relazioni pericolose”. «Ne ho sentite di tutti i colori sul mio conto, compreso anche quella di aver picchiato mia moglie. Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione. Io come sindaco ho sempre ascoltato tutti, perché è giusto che sia così, con l’informalità che fa parte del mio carattere. Conosco molta gente ed è chiaro che qualcuno puo’ millantare per telefono la mia conoscenza, ma ho fatto tutto alla luce del sole. Ho trovato persino lavoro ad un ex detenuto, un ex spacciatore colombiano che avevo conosciuto in una delle mie tante visite al carcere, gente che chiedeva aiuto. Chissà perché tra tutte le persone che ho aiutato dal punto di vista umano, saltano fuori solo le due romene, tra l’altro non mandate dai servizi sociali e nemmeno clandestine. E poi chiedetevi perché queste persone non le ho segnalate all’istituto Molina, ma alla cooperativa Settelaghi. Non c’è nessun esposto di Augusta Lena , chiediamoci piuttosto chi l’ha accompagnata in procura».
(foto: l’avvocato Cesare Cicorella)



 

Tra le relazioni pericolose ci sarebbero anche quelle con esponenti dei Blood Honour, la tifoseria calcistica violenta di estrema destra, i cui componenti sono spesso al centro di vicende giudiziarie non solo legate ai tafferugli da stadio. «Quando il Varese Calcio era in difficoltà – continua l’ex sindaco –  e  si prospettava la fine del calcio in questa città, due rappresentanti dei tifosi si sono presentati insieme ad un tecnico perché volevano gestire la situazione. È vero, ho partecipato a due cene con loro, ma una volta esplorata la situazione e capito chi erano e anche che non poteva essere una soluzione praticabile, mi sono rivolto a Sogliano che ci ha messo di tasca sua 400 mila euro. Non è nemmeno vero che alcuni di questi mi facevano da body guard. Chi ha detto che presidiavano il mio ufficio?»

 

Fumagalli nega anche che nei locali varesini ci sia un problema di ordine pubblico, nonostante gli ultimi fatti di cronaca gli diano decisamente torto. «Io ho voluto l’apertura dei locali oltre le undici e trenta. Come si fa a parlare di turismo a Varese senza prevedere un orario prolungato dei bar? Io andavo a tutte le inaugurazioni dei locali, compreso lo Yan che in campagna elettorale ha organizzato un aperitivo in mio onore. La raffica di ispezioni in quel locale, circa 29,  non le ho ordinate io, dovete andare dai vigili urbani e chiedere chi le ha ordinate. Io avevo sollevato solo un’obiezione concreta: era stato concesso troppo spazio per i tavolini all’esterno che, nel caso del passaggio di mezzi di soccorso, erano di ostacolo».

L’ex Primo cittadino alza il tiro e non smentisce l’ipotesi di un siluro politico. «Fumagalli (parla in terza persona ndr) era diventato un personaggio scomodo. Perché garantiva la legalità. Ma vi pare normale che sia un sindaco a dover scoprire sul territorio, a Lissago, un abuso edilizio da 400 mila euro di multa e di cui nessuno si era accorto. Recentemente sui piani d’integrazione urbanistica avevo nominato un tecnico esterno per maggiore garanzia e imparzialità. In questa storia ci sono state molte strumentalizzazioni e forme di rivalsa».
Il futuro politico di Aldo Fumagalli sembra ormai segnato, nonostante la difesa d’ufficio del ministro Roberto Maroni, l’unico a prendere le sue difese pubblicamente.  È lui stesso ad ammetterlo: «Ero nella culla della Lega. Dopo tutto questo can can il mio futuro politico è finito. Mi ritirerò con le mie api».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2005
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