Pratiche e licenze edilizie sul tavolo della procura

Sono atti amministrativi di cui non si sarebbe parlato nel corso dell’interrogatorio dell’ex sindaco

Non più “relazioni pericolose” con immigrate rumene o con pregiudicate: l’inchiesta sull’ex sindaco Fumagalli, come si suol dire “ha svoltato”. Anzi, potrebbe non essere più un’inchiesta solo sull’operato del primo cittadino. A rappresentare questo cambio di prospettiva è la lunga visita effettuata oggi dai militari della Guardia di Finanza negli uffici comunali.

Le Fiamme Gialle hanno acquisito una serie di pratiche edilizie: tra esse, oltre alla questione del trasferimento del gazebo di piazza del tribunale (già nel mirino degli accertamenti sull’ex sindaco) ci sarebbero quella riguardante la ristrutturazione dell’ex discoteca ”Il muro” di viale Valganna, la trasformazione di una parte dell’ex Aermacchi di via Sanvito in un supermercato e il trasferimento della caserma dei vigili in un immobile di via Montesanto. «Nessuno di questi argomenti è stato oggetto dell’interrogatorio del pm Abate a Fumagalli» ha precisato nel pomeriggio l’avvocato Giancarlo Beraldo, uno dei difensori dell’esponente politico. Dunque, i nuovi accertamenti avviati dalla magistratura potrebbero avere una genesi autonoma, non legata agli argomenti d’indagine venuti a galla fino a oggi.

Delle carte finite in procura le più misteriose sono quelle riguardanti l’ex discoteca “Il muro”: chiusa e abbandonata da almeno dieci anni, l’area avrebbe potuto essere trasformata in un albergo ma non è emerso fino a oggi chi fosse interessato all’affare e quale sarebbe stato l’esito della richiesta. Due “no” avevano invece chiuso da tempo le altre pratiche acquisite dalla Finanza. Entrambe portano la firma dell’imprenditore Luigi Orrigoni. Nel primo caso era stato chiesto di trasformare l’ex mensa dell’Aermacchi in via Sanvito in un centro commerciale, ma la domanda era stata respinta per incompatibilità col piano regolatore. L’altro immobile, quello di via Montesanto, sempre di proprietà di Orrigoni era stato offerto a Palazzo Estense che cercava una nuova sede per il comando della polizia municipale. Anche in questo caso, però l’accordo era sfumato: le due parti non si erano accordate sulla valutazione dell’immobile. Resta dunque nebulosa la ragione che abbia spinto la procura a mettere gli occhi sulle quelle pratiche edilizie.

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Pubblicato il 23 Novembre 2005
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