L’energia del futuro arriva dal bosco

I progetti di costruire impianti di cogenerazione nell'Alto Varesotto sono almeno tre: risparmio ed ecologia andranno a braccetto?

Prima Luino, poi Laveno e ora la comunità montana della Valcuvia. Il bosco si riscopre una grande fonte di energia. Sembra  un messaggio unisono quello che giunge dall’Alto Varesotto in questi ultimi mesi, a giudicare dai progetti che stanno nacendo sul territorio per lo sfruttamento della potatura degli alberi al fine di produrre energia elettrica o teleriscaldamento. Si chiamano impianti di cogenerazione, producono energia dalla combustione del legname, non producono inquinanti se non anidride carbonica, possono produrre energia elettrica o teleriscaldamento ad acqua calda. Sindaci e amministratori stanno vagliando in questo periodo i tre progetti presentati cercando, oggnuno a suo modo, di valutarne costi, benefici e impatto ambientale. A Luino la conferenza dei servizi ha approvato il progetto della società che ha annunciato di voler costruire uno di questi impianti nella piana di Voldomino, proprio in mezzo alla nascente area industriale al servizio delle imprese che lì si stabiliranno e che potranno godere di energia elettrica a basso costo. Il comune di Luino, però, ha momentaneamente dato parere negativo al progetto anche se questo non fermerà la società che appare convinta ad andare avanti. Il parere negativo è legato ad alcune risposte certe sull’impatto ambientale che non sono ancora pervenute dalla società promotrice. «Siamo favorevoli alle fonti di energia alternative – ha detto l’assessore all’ecologia Paolo Gobbato – ma abbiamo chiesto una telemetria costante con l’Arpa per sapere cosa si sprigiona nell’aria in tempo reale e cosa viene bruciato». Per quanto riguarda l’impianto di Luino, infatti, che dovrebbe raggiungere i 2 megawatt si parla in futuro di permettere anche la combustione di rifiuti trasformandolo in un piccolo inceneritore.  A Laveno, invece, il progetto è già stato approvato in consiglio comunale ed è approdato al Pirellone per una valutazione e una verifica sulla possibilità di ricevere fondi da una specifica legge regionale. Promotori dell’impianto che dovrebbe produrre circa 5 megawatt di energia e tagliare del 30% il costo del riscaldamento, sono gli stessi operatori forestali della zona. «Abbiamo chiesto di entrare a far parte del consiglio di amministrazione – ha detto il sindaco di Laveno Ercole Ielmini – per poter seguire da vicino come funziona l’impianto e monitorare costantemente le emissioni; comunque lo stesso tipo d’impianto è in funzione sia a Tirano e a Sondalo in centro città nell’Alto Adige e nessuno si lamenta». La comunità montana della Valcuvia, il comune di Marchirolo e la Provincia, invece, stanno sviluppando il loro progetto nell’ambito di Agenda 21 attraverso l’utilizzo dei fondi europei Obiettivo 2. Due i principali passi che si sta tentando di muovere: da un lato creare un tavolo tecnico con tutte le imprese forestali  che possono inserirsi nella filiera legno-energia, dall’altro trovare un sito nel territorio dove si possa realizzare l’impianto valutandone la fattibilità. Questi sono i tre progetti attualmente in campo tutti e tre ancora in fase di studio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Dicembre 2005
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