Rifioriscono gli affreschi nel segno di Bodini

Rinnovata un'antica edicola devozionale; in programma altri interventi

Passeggiando per le strade di Gemonio e curiosando nei suoi cortili si possono scoprire molti affreschi, devozionali e non, realizzati nel tempo per ornare le case del borgo valcuviano. Qualcuno di questi è diventato "attore" in un film con Renato Pozzetto (Di che segno sei), qualcun’altro reca la firma prestigiosa di Innocente Salvini, altri ancora con il tempo e le intemperie si sono purtroppo deteriorati fino a divenire illeggibili.

Già alcuni anni fa uno studio di Debora Ferrari ed una mostra allestita dal Gruppo Archivio Parrocchiale avevano riportato un certo interesse su questo argomento, ma solo in tempi più recenti i gemoniesi sono tornati ad occuparsi praticamente di queste piccole perle devozionali; il frutto di questo interessamento è ora ben tangibile: in via Monte Grappa è stato infatti realizzato un nuovo affresco all’interno di una cornice che un tempo conteneva una Madonna, definitivamente andata persa nel corso degli anni. Il nuovo soggetto (L’incarnazione del Redentore) è stato progettato nientemeno che da Floriano Bodini, il maestro cui Gemonio ha intitolato il proprio Museo Civico, ed è stato dipinto da un suo stretto collaboratore, quel Lino Reduzzi che si è anche occupato di realizzare l’affresco di Arcumeggia firmato da Pedretti. La spinta a questa iniziativa è stata data da un gruppo di abitanti di quella parte di paese, desiderosi di riportare il dipinto all’antico splendore, che nei mesi scorsi avevano promosso una raccolta fondi. L’amministrazione comunale ha fatto volentieri da tramite con Bodini e, anzi, ha lanciato un progetto che prevede la realizzazione di una nuova opera da farsi nella centrale via Jemoli: sulle case di proprietà comunale recentemente restaurate verrà posta una suggestiva meridiana la cui decorazione sarà probabilmente un volo di colombe anch’esso di Bodini.

Un ulteriore intervento, per ora solo sussurrato, riguarderà l’imponente affresco salviniano di Piazza Vittoria (Il ritorno dell’alpino): anche quest’opera è fortemente rovinata e bisognerà valutare la possibilità di un restauro piuttosto che la realizzazione di un nuovo soggetto. Se anche questo intervento andasse in porto l’offerta d’arte formulata da Gemonio risulterebbe ancor più completa ed interessante: se i musei Bodini e Salvini e le due chiese (S. Rocco e S. Pietro) sono di diritto inseriti nei percorsi culturali, la nomea di "paese dipinto" accrescerebbe ulteriormente il binomio Gemonio-arte.

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Pubblicato il 11 Ottobre 2001
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