Uccide la moglie davanti al giudice, vent’anni di reclusione
È stata pronunciata la sentenza per Rosolino D'Aiello che il 25 settembre del 2002 aveva ucciso la moglie durante la causa di separazione
E’ stato condannato a 20 anni di carcere Rosolino D’Aiello, l’ex carabiniere che l’anno scorso uccise la moglie a Varese durante l’udienza per il divorzio. D’Aiello, ex carabiniere palermitano 63enne, la mattina del 25 settembre uccise a colpi di pistola la moglie Cosima Granata, 49 anni, nell’aula del Palazzo di Giustizia, davanti al giudice Gabriele Fiorentino, durante un’udienza della causa di separazione. La sentenza di condanna si è svolta nella mattina di lunedì 9.
Il giudice ha stabilito anche risarcimenti di 300mila euro sia per la sorella della vittima sia per il padre, che si sono costituiti parte civile. L’imputato, che era in aula, sconterà la pena nella casa circondariale di Pordenone. Il sostituto procuratore, Anna Giorgetti, aveva chiesto 27 anni, da ridurre a 18 con i benefici di legge previsti dal rito abbreviato, vale a dire un terzo della pena.
Come si ricorderà la mattina del 25 settembre D’Aiello era riuscito ad entrare in tribunale con una pistola nella giacca. Una volta davanti al giudice aveva estratto la pistola ed esploso quattro colpi colpendo la moglie alla testa. Per lei non c’era stato nulla da fare. La morte era stata quasi immediata. L’omicida non aveva mai accettato la separazione dalla moglie. Tra i due era sorto un contrasto per gli assegni di mantenimento, che l’uomo non versava regolarmente. Secondo i parenti di lui si trattava di uno stratagemma per convincerla a tornare a casa.
La vicenda aveva scatenato anche numerose polemiche sulla sicurezza di Palazzo di Giustizia. Quella mattina infatti l’uomo era riuscito ad arrivare in aula con un’arma. Nessun dispositivo di sicurezza aveva funzionato. Sempre in quei giorni era emerso che il metal detector non funzionava correttamente. Una grave carenza che a distanza di tempo è ritornata alla ribalta ancora nei mesi scorsi, quando l’inviato di “Striscia la notizia” era riuscito ad entrare nelle aule di piazza Cacciatori delle Alpi, passando il metal detector nascondendo un mestolo di ferro. Così il tribunale di Varese aveva ricevuto ancora l’attenzione della cronaca nazionale.
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