«Questa mattina ho soccorso Bossi»

Al bar "della scorta" i commenti dei concittadini del ministro leghista. Il paese scosso dalla notizia del malore del Senatùr

«Quando è suonato il telefono alle 7.00 e ci hanno chiesto di uscire per soccorrere un uomo colto da malore, con la neve che veniva, eravamo un po’ preoccupati. Poi si è sommato anche lo stupore: l’indirizzo, via Verbano 11, per me che abito a Gemonio vuol dire solo una cosa: Umberto Bossi». Così racconta la sua esperienza Claudio Bodini, l’autista dell’ambulanza che alle 7.00 di oggi è partita a sirene spiegate alla volta dell’abitazione del Ministro per le Riforme Istituzionali, che da oramai diversi anni abita a cinque minuti dall’ospedale di Cittiglio. Lo troviamo al bar "Orchidea", che per tutti, qui a Gemonio, è stato rinominato il "bar della scorta", per via dell’abitudine che gli agenti della Digos hanno nel fermarsi a bere il caffè al cambio turno, o per le soste dell’Aurelio, l’autista personale del Senatùr. Il racconto di Claudio, però, si ferma qui. «Il resto è segreto professionale – dice . Per le condizioni del senatore ci sono i bollettini medici, posso solo dire che nel tragitto da casa all’ospedale non ci sono stati problemi di sorta: abbiamo operato con tranquillità, professionalità e nel migliore dei modi, proprio come per un paziente "normale"». All’interno del bar l’ora è quella del perenne aperitivo: campari col bianco e sigaretta. Proprio quelle che di solito la scorta viene qui a comprare per il ministro. "Sigari", precisano dai tavolini. Carluccio, il proprietario dell’esercizio, non è però neppure sfiorato dall’idea che i "suoi" toscani abbiano forse in parte contribuito allo scompenso che ha costretto il ricovero urgente all’ospedale del politico. «Tant, chel lì, el mour no», tanto non muore, commenta sicuro e cinico un altro avventore, Luigi. Altri sparano a voce alta le solite battute sulle sette vite dei politici, naturalmente salta fuori anche il "gobbo", il grande vecchio della politica italiana. Anche fuori dal bar della scorta non si parla d’altro. Commenti in piazza, tra gli spazzaneve e qualche fiocco che cade qua e là. 

Commenti nelle botteghe e negli altri bar. Vicino alla via Verbano, dove nel giardino leghista sventola, come sempre, la bandiera del sole delle alpi, c’è un giovane che spala la neve. E’ l’assessore allo sport Samuel Lucchini, tra l’altro segretario cittadino della Margherita e vicino di casa di Bossi. Anche lui è rimasto bloccato dalla nevicata. Enzo Carra, suo compagno di partito ai piani alti, ha criticato pesantemente «chi anche in Italia predica la secessione», dopo ave appreso del malore del Senatur scatenando questa mattina una bagarre alla Camera. Concorda con lui? «Ma che concordo – risponde Lucchini con il badile in mano – queste affermazioni si commentano da sole: bisogna distinguere le idee politiche dai rapporti umani. Bossi è un mio concittadino (anche se ha la residenza a Torino nda) e gli auguro ogni bene possibile e che si riprenda al più presto».

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Pubblicato il 11 Marzo 2004
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