Il Luinese e la ferrovia, un viaggio nei “paesi tremanti”

I residenti non vedono più i vantaggi della linea ferroviaria ma solo i problemi di un traffico merci senza limiti

Quello tra gli abitanti della sponda lombarda del Lago Maggiore e la ferrovia del Verbano è un rapporto di amore-odio lungo più di un secolo. Non c’è dubbio che la ferrovia abbia portato un grande sviluppo a questa zona nei tempi passati, soprattutto per quanto riguarda il turismo. Oggi i rapporti sono diversi e da fonte di sviluppo la ferrovia si è trasformata in un incubo giornaliero. I binari, a Colmegna come in molti altri paesini della costiera, passano in mezzo alle case tagliando in due borghi antichi e pittoreschi. Negli ultimi anni c’è stato un consistente aumento del traffico merci su questa linea e in futuro si prevede un’ulteriore intensificazione del numero di treni che vi passeranno giornalmente; attualmente ne passa uno ogni 15-20 minuti e questo sta provocando danni alle strutture che vi si affacciano.

La chiesa di Colmegna è solo la punta dell’iceberg del problema vibrazioni e il simbolo di una comunità che pre-esisteva ai binari. Nei ricordi dei più anziani riemergono i segnali che si facevano da una casa all’altra per avvisare l’arrivo della locomotiva a carbone che sbuffava il suo intenso e nero fumo dal comignolo: «Ogni volta che arrivava il treno – spiega un’anziana signora di Colmegna – bisognava fare in fretta a tirar dentro le lenzuola appese o i panni messi ad asciugare se non si voleva rischiare di buttar via tutto».

Ma una volta di treni ne passavano così pochi che li potevi contare sulle dita di una mano. Oggi non c’è più il problema della fuliggine degli sbuffi poichè la linea è stata elettrificata molti anni fa ma lo spaventoso aumento del volume di traffico ha fatto guadagnare a questi paesini il titolo di paesi tremanti.
Lunghi e pesanti convogli merci da cinque-seicento metri di lunghezza sconquassano letteralmente le attività giornaliere dal prendere il caffè al pranzare a tavola con i bicchieri che si spostano a causa del vibrare, fino al dormire. Anche la messa è influenzata dal passaggio dei treni a pochi metri dalla chiesa. La stessa chiesa che oggi rischia di subire la chiusura.
«Lo stato di salute dell’edificio lo conosceremo con più certezza dopo la seconda perizia – ha detto il geometra della curia Claudio Rossi il quale appare preoccupato della situazione – per ora ci limitiamo a definire seria la situazione dell’edificio che presenta anche grosse crepe all’interno».

Per il geometra della curia non c’è dubbio sulla responsabilità del passaggio dei treni. «Bisogna mettere in atto un pressing da parte delle istituzioni competenti prima che sia troppo tardi – ha detto ancora Rossi – sia sulle ferrovie italiane che su quelle svizzere per evitare il rimpallo di responsabilità che mettono in atto puntualmente quando gli si rivolge una richiesta di diminuire le velocità nei centri abitati dei loro treni». La battaglia del piccolo paese che trema è ricominciata e questa volta non potrà finire a tarallucci e vino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Gennaio 2006
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