L’epidemia silenziosa: il 12% dei ragazzi è vittima di abusi

Da un'indagine condotta dall'Asl e dall'Università di Milano risulta che sono almeno 70 i ragazzi molestati. Scuola, famiglia e istituzioni cercano di arginare il dramma

È una rete sociale che sta crescendo. Piano piano, in un settore inedito e delicatissimo: i giovani. Dal 2001 Provincia, Asl, scuola e comuni lavorano per avviare politiche mirate alla prevenzione del disagio, per fornire ai giovani opportunità concrete.

Formazione e conoscenza sono le due chiavi d’nterpretazione di una realtà difficile da inquadrare. Eppure sono stati fatti passi avanti e molti se ne vogliono fare: l’interesse è elevato, la voglia di fare è tanta, come dimostra la partecipazione all’incontro avvenuto al  centro Gulliver sul tema "Fattori di rischio in età evolutiva". Insegnanti, operatori del terzo settore, assistenti sociali si sono confrontati su un aspetto drammatico del vissuto dell’infanzia: la violenza sessuale.

Da un’indagine condotta dal Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl coordinata dal dottor Alberto Pellai dell’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi, risulta che il fenomeno dell’abuso sessuale è drammaticamente diffuso: il campione di studenti maggiorenni a cui è stato sottoposto il questionario rappresenta il 10% della popolazione studentesca. Il 12,5% degli intervistati ha dichiarato di aver subito molestie lievi (10,7%)  o gravi (1,8%), di questi sono 48 sono le ragazze e 22 i ragazzi. Spesso l’abusante è ben conosciuto, soprattutto tra le femmine.

Il primo dato evidente è che il fenomeno è sottostimato: le indagini avviate fino ad oggi forniscono una fotografia gravemente parziale perchè si basa sulle denunce presentate al tribunale dei minori. 
L’American Medical Association l’ha  definita l’ "epidemia silenziosa": in ogni classe esiste, in media, un minore con una storia di abuso, drammi che vengono di solito vissuti nel silenzio senza che ci sia una "presa in carico" ufficiale.

Per avere una fotografia più dettagliata relativa ai giovani, il dottor Vincenzo Marino, il direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl, ha presentato un’inchiesta che ha coinvolto 1685 studenti relativa agli stili di vita. L’indagine, già presentata da Varesenews, indica che i giovani sono poco attenti alle norme sulla sicurezza stradale, sono fumatori attivi con qualche propensione alla sperimentazione di droghe. L’argomento sessualità è affrontato tra i 18 e i 19 anni, ma la prima volta è abbastanza frequente anche tra i quindicenni.

Il percorso avviato dalla Provincia, in collaborazione con l’Asl, vuole arrivare a far crescere una sensibilità strutturata: « I problemi vengono gestiti a livello comunale dai servizi sociali – ha spiegato Marina Rossignoli, dirigente della Provincia per i servizi alla persona – noi, però, abbiamo un’ottica globale, e così proponiamo percorsi formativi e forniamo informazioni che possano facilitare l’individuazione di percorsi adeguati».

Tra gli operatori presenti Don Michele Barban, responsabile del centro Gulliver: « Si deve cercare di lavorare sull’emotività. Noi qui abbiamo questo modello. La realtà, però, è più complessa. La famiglia, che dovrebbe essere il nucleo centrale, non è adeguato. Se i bambini si abituano al confronto aperto tra pari, al gioco, allo scontro, al conforto tra bambini, avranno sempre bisogno, crescendo, di quell’appiglio. Se li abituiamo a confrontarsi con adulti che coccolano, gratificano gratuitamente, riempiono di giochi, cresceranno insicuri e incapaci di relazionarsi con i pari». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Marzo 2006
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