Un futuro in galleria per la ferrovia Bellinzona-Luino

Si chiamerà Gronda Ovest e scorrerà per la maggior parte nella montagna, servirà il traffico merci e libererà i paesi sul lago dalle vibrazioni e dai rumori. Ma quando verrà realizzata?

Si chiamerà Gronda Ovest, dovrà servire come linea di svaso tra Sempione e  Chiasso e, dall’anno prossimo probabilmente, si comincerà a parlarne con una certa assiduità. Stiamo parlando del secondo binario della linea ferroviaria del Verbano che collega Bellinzona, Luino e Milano ma anche con Novara su quell’asse nord-sud che parte da Rotterdam e arriva a Genova. I primi ad attendere che se ne parli con una certa ansia sono gli abitanti che vivono nei paesi lungo la ferrovia da Magadino a Gallarate. Quelle stesse persone, che hanno scelto il lago per la sua placida tranquillità, oggi si ritrovano a convivere con una linea merci che sta crescendo ad un ritmo che preoccupa. Sono ormai una settantina i merci che nell’arco di 24 ore passano su questa linea che ha ormai più di 100 anni e che, di certo, non è stata progettata e costruita per sopportare un traffico così intenso. Questa crescita vorticosa del numero dei convogli sta mettendo a dura prova la pazienza delle migliaia di cittadini che risiedono lungo la sponda lombarda del lago.

L’obiettivo, spiegano documenti ufficiali delle Ffs, parlano di un obiettivo di 95 treni al giorno: un treno ogni 15 minuti. Vibrazioni, passaggi a livello sempre chiusi, rumore, crepe, che si aprono in costruzioni che esistono da secoli e che non hanno mai risentito di questi problemi sono solo alcune delle conseguenze che si stanno verificando da quando il tanto atteso aumento di treni ha cominciato a verificarsi. La chiesa di Colmegna ne è un esempio lampante (nella foto a lato). Gli stessi documenti che prevedono il raggiungimento nei prossimi anni della quota 95 treni al giorno parlano anche sei primi studi effettuati congiuntamente da Rfi e Ffs su tre possibili tracciati per una linea unicamente merci e che dovrebbe scorrere per il 90% in galleria. Tre le ipotesi spiegate dai documenti delle Ffs  che si possono trovare sotto il nome di Laca, Luve e Lave.

La variante Laca  prevede una seconda linea ferroviaria che colleghi Laveno con Luino e Cadenazzo. In pratica si tratta di una ferrovia parallela a quella esistente ma che scorre più all’interno per ben 21 chilometri in galleria sui 26,5 totali del percorso. In questa ipotesi l’Italia si dovrebbe accollare i 12,5 chilometri che scorrono da Laveno a Luino mentre la Svizzera il resto. La seconda variante è stata denominata Luve ed è stata pensata per collegare Laveno con Vezia di Lugano passando da Luino dove i binari dovrebbero fare una curva di cinque chilometri e passare al di sopra del fume Tresa. Il suo sviluppo complessivo è di 33 Km e prevede il tratto Luino-Vezia in galleria. Questa variante andrebbe a collegarsi direttamente con l’Alptransit sud, cioè la linea Bellinzona-Lugano che passerà sotto il monte Ceneri. La terza, denominata Lave, collegherebbe Laveno con Vezia saltando Luino e  passando verosimilmente la Valcuvia nel mezzo, rientrando in galleria per poi uscire sulla Tresa con un viadotto e collegarsi con l’Alptransit Sud.

Queste tre ipotesi sono oggetto di studio da parte delle due società ferroviarie che si sono date una scadenza, il 2006 appunto, per cominciare a valutare quale delle tre sia l’ipotesi migliore. Il 2007, dunque, potrebbe essere l’anno della svolta per la linea del Verbano e per le migliaia di persone che ogni giorno lottano con questa linea e i guai che il traffico merci provoca. Lo stesso sindaco di Castelveccana Luciano Pezza ha scritto più volte a Rfi perché si decidessero ad applicare ai tratti urbani di questa linea barriere foniche per diminuire i rumori o a chiedere il rallentamento dei treni ma nessuna di queste reiterate richieste ha mai trovato una risposta da parte della dirigenza di Rfi. Stessa storia nel Gambarogno, oltre-confine, dove i sindaci sono in rivolta contro questi spropositati aumenti di traffico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Aprile 2006
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