Quando il tricolore sventolava sul San Martino

Cronistoria della battaglia che oppose tremila tedeschi con supporto aereo ai 180 partigiani del colonello Croce

L’episodio militarmente più significativo della Resistenza nel Varesotto fu senza dubbio la battaglia del San Martino. Su questa vetta affacciata alla Valcuvia un gruppo di militari al comando del colonnello Carlo Croce, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, per due mesi oppose resistenza al dominio nazista nelle vecchie fortificazioni della linea Cadorna. Romano, classe 1892, già ferito e decorato sul Carso nella Grande Guerra, Croce era stato richiamato in servizio nel 1940 con il grado di tenente colonnello; nel 1942 era sfuggito all’inferno del fronte russo. L’8 settembre era di stanza a Porto Valtravaglia con un distaccamento del 3° reggimento Bersaglieri. Con i suoi soldati e con altri patrioti unitisi al gruppo (civili e ufficiali di altri reparti, come ad esempio il capitano di artiglieria Enrico Campodonico e il sacerdote Mario Rimonta), Croce si arroccò in cima al San Martino, fondando una banda che volle chiamare significativamente "Esercito Italiano – Gruppo Cinque giornate".
Di lui Giorgio Bocca scrisse: "E’ un ufficiale coraggioso e onesto che sente, anche formalmente, l’impegno morale della Resistenza, scegliendosi un nome di battaglia come Giustizia, dando al suo gruppo il motto Non si è posto fango sul nostro volto".

Due mesi durò l’orgogliosa libertà dei ribelli, che non attaccarono il nemico attestandosi tuttavia decisi, armati e ben organizzati a ridosso delle fortificazioni volute vent’anni prima dal generale Cadorna. A lungo i tedeschi esitarono, cercando di indurli alla resa. Poi, il 13 novembre 1943, scattarono all’assalto con gli Stuka – i temibili bombardieri in picchiata, la cui sirena gelava il sangue di soldati e civili, e fino a 3.000 uomini armati di tutto punto. Croce guidò i suoi 180 partigiani con abilità e sangue freddo, da veterano quale era, resistendo due giorni al martellamento nemico. La cronaca riporta un aereo abbattuto e alcune autoblinde nemiche distrutte in un campo minato. Infine, ferito egli stesso, Croce si aprì la strada verso la Svizzera e la salvezza con i sopravvissuti, salvando anche i feriti più gravi e ritirandosi per ultimo dopo aver fatto saltare il forte. I tedeschi, aiutati da carabinieri e finanzieri che attorniavano la zona, riportarono una trentina di caduti.

Mesi dopo Croce rientrava in Italia, ma, ferito di nuovo, mutilato di un braccio e catturato dai nazisti, morì il 24 luglio 1944 per le feroci torture subite da parte delle SS, cui nulla confessò. Nel 2002, in occasione del 59° anniversario della battaglia di San Martino, una targa a ricordo del colonnello Croce è stata scoperta davanti al Municipio di Porto Valtravaglia.

La battaglia del San Martino, condotta da un ufficiale formatosi nella Grande Guerra come Croce, è stata criticata (a ragione) come esempio di ciò che un esercito guerrigliero non dovrebbe fare; arroccarsi, concentrarsi in poco spazio, stare sulla difensiva. Indiscutibile resta invece il valore morale della testimonianza di chi su quella montagna versò il proprio sangue e fece sventolare il tricolore, riscoprendo la libertà dopo il ventennio fascista e l’amor di patria dopo la disfatta bellica.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 03 Maggio 2006
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.