Abituiamo il cittadino a chieder conto ai politici

Sarà presentato domani in Salone Estense il volume che raccoglie gli scritti di Costantino Lazzari, presidente di Aldea

Da anni ha un rimpianto: non aver denunciato un assessore milanese che andava a giocare a tennis con auto di servizio e autista in attesa ore fuori dal circolo. «Esiste una piaggeria tutta italiana che ha generato nel politico la sensazione di poter fare tutto, un’accettazione passiva che stimola la presunzione di onnipotenza». Costantino Lazzari non vuole passare per il paladino dei diritti calpestati e delle vittime dei soprusi, ma prima la sua breve avventura politica nella prima giunta Fumagalli e poi il suo costante controcanto all’insegna di Aldea (Associazione libera per la democrazia e l’efficienza amministrativa) sono improntati ad una massima: «Abituare il cittadino a chieder conto, abituare il politico a rendere conto».
Quanto basta, insomma, perché dalle stanze del potere venga visto lievemente di traverso; quanto basta per essere una piccola anomalia nella quieta acquiescenza dell’opinione pubblica.
Lazzari e la sua Aldea in realtà da qualche mese hanno un domicilio fisso: dalle pagine di Varesenews e de La Prealpina, il commercialista Lazzari, ex assessore alle finanze del comune di Varese, scrive articoli partendo dalla cronaca contingente per rivolgersi all’elettore. Sono articoli la cui destinazione d’uso, si potrebbe dire, non è la critica diretta alle scelte di merito del “potere”, quanto lezioni di metodo. «C’è un vulnus di trasparenza nella politica. Non parlo di onestà della politica, ma proprio di incapacità o di non volontà a spiegare ai cittadini i percorsi delle scelte politiche che spesso appaiono senza capo né coda».
Gli articoli sin qui pubblicati sono stati raccolti in volume “Varese, un’iniezione di democrazia” (ed. Nicolini) che verrà presentato giovedì sera (Palazzina della Cultura, via Sacco 11, ore 17.00) alla presenza dell’autore, del professor Armocida, del direttore di Varesenews, del capo redattore di Prealpina Fausto Bonoldi e di Giorgio Costantini, per otto anni difensore civico del Comune di Varese.

In nome della trasparenza gli uffici stampa dei poteri istituzionali convocano conferenze stampa quotidianamente, in una misura che a tratti appare perfino eccessiva. Perché dunque l’allarme di Aldea? «Di fondo c’è un atteggiamento del politico: non disturbate il manovratore. I cittadini vengono informati delle conclusioni, alla fine del processo che ha portato a determinate scelte. Ma manca la trasparenza nel mezzo. I cittadini non conoscono la genesi delle scelte né quali sono i contrasti in seno alle decisioni. Si spiega per sopire le polemiche non per spiegare. Gli amministratori temono i “terremoti politici”: ma, io dico, a furia di terremoti prima o poi l’opinione pubblica si formerà una coscienza antisismica».
Lazzari prende la tessera della Lega dopo Tangentopoli, con la convinzione di entrare in un movimento antagonista, riformatore della politica. «Mi rendo conto poi che anche nella Lega prevalgono logiche di spartizione. Nel frattempo vengo nominato personalmente dal sindaco Fumagalli, assessore alle finanze. Quando mi accorgo che rischio di fare l'”utile idiota”della giunta mi dimetto».
Non deve essere facile entrare nel gioco della politica per cercare di smontarne la retorica dei suoi meccanismi. Nessun rilievo alle persone, ma solo agli automatismi di autodifesa.
«Avevo un ottimo rapporto con il sindaco, ma anche con Maroni e Giorgetti. Che avevano un grande merito: andare diritti al cuore del problema, e un difetto: ci andavano troppo diritti senza tener conto che occorre avere il tempo per approfondire più e meglio tutti gli aspetti di ogni singola questione. Questo è il difetto della politica, maggioranza e opposizione che sia: guardare l’interesse pubblico con la lente deformata dell’interesse di parte».
Aldea può essere utile? «Si va avanti per onor di firma», si schernisce, senza farsi troppe illusioni sulla possibilità di creare una forte e diffusa coscienza civica. «Stiamo lavorando anche al sito di Aldea: ospiteremo forum su tematiche importanti, chiederemo risposte ai politici, l’unica arma che abbiamo è tenerli sotto pressione». Un rimedio applicabile probabilmente solo in sede locale, dove la dialettica può avere ancora qualche margine di contatto tra le parti. Il sogno: «Che un politico alla domanda: “che lavoro fai”, risponda: “servitore pubblico”, al servizio della collettività, con orgoglio».

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Pubblicato il 17 Dicembre 2003
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