Enrico Mentana, ospite d’eccezione ai Giardini Estensi

L'ex direttore del tg5 ha affrontato diversi temi nel corso della serata: dal ruolo dell'informazione dopo l'11 settembre per arrivare agli scandali di calciopoli

Il conduttore di Matrix è l’ultima delle cinque grandi firme del giornalismo italiano ospitate ai giardini estensi di Varese. Enrico Mentana, intervistato dal direttore de "La Padania" Gianluigi Paragone ha toccato diversi temi nel corso della serata, partendo dalla personale sfida che lo ha portato alla conduzione di un Talk show, dopo essere stato per anni alla guida del tg5. «La molla che ha fatto scattare il programma è stata la recente campagna elettorale, che ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla politica» ha spiegato il giornalista. «Come è cambiato il ruolo dell’informazione dopo l’11 settembre?» ha poi domandato Paragone. «L’attacco alle Twin towers è stata un’operazione terroristica senza precedenti – ha sostenuto Mentana – perchè è stata progettata con l’obiettivo di renderla visibile a tutto il mondo». La conversazione è poi scivolata inevitabilmente sull’attuale situazione internazionale. «Dopo il crollo dell’Urss, è andata scemando la divisione in blocchi che si era mantenuta fino ad allora – ha argomentato il giornalista – mentre è andato crescendo il divario tra società occidentale e mondo islamico». È un tema che coinvolge direttamente anche i destini futuri del nostro paese, anche per gli enormi flussi migratori dell’ultimo decennio. «L’Italia è impreparata ad affrontare questo multiculturalismo – ha sostenuto Mentana -. Occorre trovare una via di mezzo tra la posizione "supercattolica" di accoglienza indiscriminata e quella intransigente alla Borghezio» ha concluso.

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La conversazione con un appassionato di calcio come il direttore editoriale di Mediaset, non poteva non toccare anche gioie e dolori che lo sport nazionale ci ha regalato in quest’estate 2006. «Ho visto la finale in un Pub di Edimburgo circondato da tifosi transalpini – ha fatto sapere – È stata una gioia immensa. Non c’è niente di più bello che una vittoria immeritata contro i francesi!». E poi Calciopoli. Il giornalista ha criticato la giustizia sportiva rea, a suo parere, di eccessiva severità. «Da interista, soffro nel vedere una grande squadra come la Juve così smembrata…» ha commentato.

E infine lo spazio per un apprezzamento rivolto alla Città Giardino. «Sono poche le realtà che, nonostante la carenza infrastrutturale, hanno un tessuto sociale ed economico così coeso come il vostro» ha osservato il giornalista Mediaset che ha poi spiegato: «Per arrivare fin qui da Milano ci ho impiegato un’ora e mezza. A quanto ricordo, da giovane, ci mettevo un terzo del tempo»

 

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Pubblicato il 22 Luglio 2006
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