Conservare ammazza

Di Marco Giovannelli

Il caldo torrido di questo luglio c’entra poco, ma sul terreno potrebbero restare secchi alcuni progetti su cui si lavora da tempo.
L’ultimo in ordine di tempo è l’hub delle nazionali australiane. Gli sportivi della terra dei canguri, tra l’incredulità di tanti, avevano scelto Gavirate come sede per i propri atleti in vista delle olimpiadi di Londra nel 2012. Il lago di Varese, vuoi per un particolare clima, vuoi per la vicinanza con Malpensa, vuoi per un mix di fortune era stato scelto tra una dozzina di possibili sedi. In una vecchia scuola in riva al lago sarebbe sorta una modernissima cittadella dello sport. Una struttura all’avanguardia per tecnologie, per ricerca ambientale, dove una sessantina di atleti a rotazione si sarebbero allenati. Una scelta che avrebbe portato a Varese tutta l’eccellenza dello sport australiano. I ciclisti sono già a Castronno in attesa della nuova struttura.
Difficile dire quale impatto sul turismo potrebbe portare questa scelta. Certo non è difficile però dimostrare che bloccare il progetto non porterebbe un bel fico secco e basta.
A Varese sono arrivati i vertici del loro comitato olimpico, l’ambasciatore, manager sportivi e non. Tutti entusiasti. E ora chi glielo spiega che siccome in Italia basta fare un ricorso e ogni progetto va alle calende greche?
Gavirate obietta e decine di posti sono a braccia aperte ad accogliere centinaia di sportivi che porteranno entusiasmo e riconoscibilità ai luoghi dove corrono, si allenano e incontrano i ragazzi del posto.
Altro giro altro regalo. Basta spostarsi poco più in alto e fare un salto a Biumo Superiore. Anni che si parla di turismo congressuale fino a che Provincia e Camera di Commercio non decidono di stringere un protocollo che segue uno studio serio che individua Varese come una possibile area per un probabile sviluppo turistico. Basta allora con i soliti bla bla bla. Si decide di investire 10 miliardi di vecchie lire e si inizia a ragionare su progetti concreti. Ecco allora che il terreno acquistato anni fa dalla Camera di commercio a Biumo torna utile. Un terreno che non intacca un solo centimetro dello splendido parco secolare ma che è adiacente a un’area già urbanizzata e non certo con ville prestigiose. Un’area che porterebbe un modesto impatto di traffico dato che si dovrebbe costruire un albergo di 180 camere in appoggio al centro congressuale delle Ville Ponti. Tutti d’accordo per una volta: associazioni di categorie, professionisti, enti pubblici. Poi le prime proteste, le petizioni, qualche personaggio illustre che soffia sul fuoco di una possibile protesta. E arriva l’altolà della sovraintendenza delle belle arti con una lettera che certo non ha il dono della chiarezza.
E così tutto si bloccherà chissà fino a quando e chissà se con qualche soluzione.
Eccolo quà il nostro paese. E l’elenco potrebbe continuare, ma per oggi può bastare.
Conservare ammazza ormai ogni sogno. Ogni possibile volontà di intraprendere. Basta un "notabile" politico e la pista ciclabile a Cazzago deve trovare contorsioni al proprio tracciato. Basta un notabile dal nome eccellente per bloccare ogni possibile progetto a Biumo. Basta un’amministrazione comunale che non vuole che una strada, un servizio si sviluppi sul proprio territorio e tutto resta fermo.
A forza di veti e di no non cambierà più niente e non ci sarà bisogno di tanto tempo per vedere quali saranno i risultati di questa politica miope. Occorre vigilare perché non si facciano le schifezze del passato, ma anche avere coraggio per guardare avanti e non pensare che conservando le cose vadano meglio.
Ah, dimenticavamo il carcere. Ma lì le cose sono troppo torbide e complesse e ci vorrà ancora qualche altra riflessione e indagine per raccontare scomode verità. Altro che ambiente. È sempre il sistema degli interessi a bloccare i progetti. E c’è poco da rallegrarsene.

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Pubblicato il 26 Luglio 2006
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