Come comunicare la speranza

La relazione di inizio della settimana liturgica “detta le linee” delle riflessioni che stanno per aprirsi. All'insegna di “una liturgia semplice, bella e intelleggibile”

Vegliano da 40 anni perché la piccola rivoluzione del concilio Vaticano secondo sia compiuta, Perché le celebrazioni ecclesiastiche non siano più espressione di noia o tristezza, ma celebrazione della speranza del Cristo. Un mestiere non facile, che nella lenta dinamica della Chiesa prevede montagne di parole soppesate attentamente, passi avanti e passi indietro: un lavoro che assomiglia più che a un dibattito all’erosione della goccia che scava il sasso. Qui, i cambiamenti si compiono in ben più di 40 anni e in questi “pochi decenni” capita di vedere messi in un angolo prescrizioni che sembravano assodate negli anni sessanta, cioè – per il mondo laico – almeno due generazioni fa.

Ma nella Chiesa la prima virtù è la pazienza, e perciò il centro di azione liturgica per la 57esima volta (cioè da prima di quando il Concilio Vaticano II decidesse di abolire il latino nella liturgia, concedesse le traduzioni della lingua corrente e consentisse un tipo di ritualità più vicina alla comprensione del mondo che cambiava) rimette, proprio qui a Varese, in comunione e discussione il rinnovamento rituale e semantico della Chiesa, o meglio di quella parte che dovrebbe mostrare ai più quanto il cristianesimo non sia dovere per pochi sfortunati ma gioia per tutti.

Perché "il cristiano può essere portatore di speranza solo perché vede lui stesso la ‘Mirabilia Dei’. e può fare questo attraverso le celebrazioni e i segni" spiega nella relazione introduttiva. Monsignor Luca Brandolini, presidente del Centro di Azione Liturgica, che organizza ogni anno questa settimana. Per questo ogni anno gli operatori di questa parte importante della vita comunicativa della Chiesa si incontrano, anche per “Far sì che le grandi affermazioni sulla carta non rimangano astratte o addirittura contraddette dalla patria”.

Ma cosa devono fare le celebrazioni liturgiche, per comunicare il cristianesimo? “Celebrare la speranza”, appunto, come recita il titolo della 57esima settimana liturgica. Cosa poi non così semplice, visto il patrimonio di tristezza e di “giudizio e bacchettate” che nell’immaginario del mondo laico – spesso conservatore quanto e più della Chiesa, malgrado si muova nell’apparenza così velocemente – esprimono ancora la messa, le vie crucis, i rosari eccetera.

Brandolini, nel discorso che ha aperto ieri sera (21 agosto 2006) i lavori, ha espresso la speranza di ribaltare “la cultura che tende a soffocare la speranza” e che “questa settimana possa dare un contributo al rinnovamento liturgico all’insegna della speranza e del coraggio” pensando una “liturgia semplice, bella e intelleggibile” pur evitando “Lo scivolamento nello spettacolare, male di cui la liturgia è affetta in questi tempi”.

E ricorda il passo del vangelo dove si dice “ciò che abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto e toccato con le nostre mani, lo annunziamo a voi” evidenziando lo stretto rapporto tra vita, testimonianza e annuncio e sottolineando quanto certi gesti siano importanti per comunicare speranza o giudizio.

Tra questi, alcuni dei più delicati sono legati al momento dell’eucarestia: e con una scelta originale all’esame di questo momento così importante dei cristiani è stato chiamato a parlare Enzo Bianchi, il fondatore di una comunità “alternativa”, originale, quella di Bose, ma molto legata a questo momento della comunicazione tra il cattolico e Dio.

L’incontro si svolge al teatro Apollonio martedì alle 16.30 ed è uno di quelli più attesi. Anche se tratta di questioni che ai laici, forse, possono fare sorridere. Ma che per i quali i cattolici augurano ai delegati un sincero augurio di buon lavoro, di cuore.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 22 Agosto 2006
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.