Pisanu espelle l’ex imam di Varese

È Abu Ajub, primo leader della comunità islamica varesina era ora l'imam di Como: persona indesiderata

È l’ex imam della moschea di Varese, l’uomo per cui il Viminale ha firmato l’atto di espulsione dall’Italia. Il cittadino marocchino, residente a Varese da anni con regolare permesso di soggiorno, è stato imbarcato su un aereo la notte scorsa, destinazione Marocco. 
Il provvedimento è stato assunto direttamente dal ministro dell’Interno nell’ambito della lotta al terrorismo. Motivazione di ordine pubblico: sospetta vicinanza ai proclami della Jihad. Persona indesiderata.
La notizia di un cittadino marocchino, già indagato da una indagine precedente della Procura di Milano, è stata pubblicata oggi da Repubblica.  Insieme all’ex imam, rimpatriato anche un tunisino da 17 anni regolarmente residente a Como. Anche per lui il sospetto di un fanatismo religioso incline alla solidarietà con gli incitamenti alla guerra santa. Varese e Como, due comunità islamiche fortemente intrecciate, in questa vicenda. Cinquantenne, una attività lavorativa regolare, Abu Ajub, questo il nome – probabilmente uno pseudonimo in uso nella comunità – è stato Imam della moschea di via Giusti dalla fondazione fino al suo allontanamento, a quanto sembra, voluto dagli stessi fedeli islamici. Da lì si è trasferito a Como, dove ha preso domicilio e dove ha preso il posto, come massima autorità della comunità locale, del precedente Imam di nazionalità tunisina. Ed è lo stesso ex leader comasco, personalità di spicco nel mondo islamico del nord Italia, l’altro uomo raggiunto dall’ordinanza ministeriale e rimpatriato nel corso della giornata di ieri. 
Nei loro confronti non ci sono accuse specifiche, non essendo stati oggetto di attività strettamente giudiziarie. Sono figure conosciute agli inquirenti, tuttavia, che nel tempo hanno evidenziato una linea di comportamento più incline alle asprezze verbali che non alla tolleranza.
Nelle due comunità islamiche, in pochi mostrano stupore per l’espulsione. 
L’uomo era in qualche modo "chiacchierato". 
«Io stesso gli ho spesso consigliato di non parlare di politica», confessa il solitamente molto prudente Samir Baroudi, portavoce della comunità islamica locale. 
«Un Giovanni Battista», così lo ricorda Baroudi che tuttavia confessa di aver perso i contatti con Ajub negli ultimi tempi. 
Un uomo che diceva "pane al pane e vino al vino", che «leggeva la grande sofferenza che attraversa il mondo islamico
e cercava con le parole di estirparla».
Con espressioni, ammette Baroudi, che lette attraverso la sensibilità e la tensione attuali, possono essere considerate estremiste. 
Abu Ajub è stato prelevato vicino alla sua casa comasca. Ha capito subito la situazione e non ha sollevato alcuna protesta. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Agosto 2004
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