E’ vero l’ho letto su internet

Bordone e Del Frate: due giornalisti a confronto sulla rivoluzione dell'informazione via web

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Blog e carta stampata a confronto. Modera… VareseNews 4 di 8

Due giornalisti svegli, sintonizzati entrambi con la modernità eppure così diversi, a raccontare dove sta andando il mondo dell’informazione, con l’arrivo della Rete: è stato davvero un incontro proficuo, di quelli che senza annoiare ha messo molta carne al fuoco per la riflessione culturale quello che è "andato in scena" nel pomeriggio di sabato 9 settembre.
Protagonisti Matteo Bordone, conduttore della trasmissione Dispenser su Radio 2 e rappresentante della generazione dei giornalisti blogger, e Claudio del Frate, corrispondente varesino del Corriere della Sera e fine lettore della realtà e del mezzo su cui lavora, come ben sanno gli affezionati lettori di
Post-it, la sua rubrica settimanale su Varesenews. A guidare le domande invece Michele Mancino, da sempre l’esperto di cultura e web di Varesenews. Che si è rivolto innanzitutto al rappresentante della stampa "classica" per capire che effetto ha fatto il web per chi nella carta stampata ci è nato e cresciuto, ma che ha poi proceduto ad un vero ping pong di domande su come sta cambiando l’informazione. E il risultato è stato un grande spunto di riflessione, per tutti coloro che prestano attenzione alla rivoluzione ormai già in atto.

Che tipo di impatto ha avuto per un giornalista della carta stampata il web?
Risponde Claudio del Frate: “per quel che mi riguarda il web ha avuto un impatto ancora basso, anche perchè il web avrebbe dovuto, secondo le mie idee, accentuare in qualche maniera identità e ruolo della carta stampata. Il passo che dovrebbero fare i giornali dovrebbe essere di accentuare ancora la differenza del prodotto”.

Ai primi tempi del web c’era una gran confusione tra internet e la radio. Ai conduttori radio cosa fa il web?
Risponde Matteo Bordone “Intendiamoci, innanzitutto: Dispenser è un programma che senza la rete non esisterebbe. Punto. La rete infatti consente una velocità nel reperire informazioni in tutto il mondo che niente può eguagliare. C’era una gran differenza comunque tra web, radio e la Rai, che rispetto al mondo della radio è un’altra cosa. Qualcosa del rapporto tra questi due media è cambiato con il podcast, che ha creato un sublime connubio tra i due. Il podcast ha inoltre spostato il senso della diretta radio, ormai ci sono due versioni dei programmi: quello per la diretta e quello per il podcast.

Quello del web e del blog ha posto anche il problema della fonte. In effetti, ci sono sistemi in rete per reperire notizie che non si troverebbero altrove, ma spesso manca la possibilità di verifica, e quindi la conseguente diffusione di inesattezze o vere e proprie bufale…
“A dire il vero, la mia impressione sul reperimento delle notizie in rete è pressocchè rovesciata – puntualizza del Frate –  una larga parte delle notizie diffuse dalla rete è in realtà una rimasticatura di notizie già passate dai giornali. Discuto perciò il fatto che il web si sia creato una fama di autorità dal punto di vista giornalistico, Al contrario: se non ci fosse tutto il lavoro fatto dalla stampa, probabilmente la rete sarebbe meno interessante. Ed è forse per questo che il successo della rete da un lato ha messo la comunità dei lettori al corrente di molte più cose, ma dall’altra ha ingigantito alcuni difetti capitali della stampa tradizionale. Per esempio si rincorre un malvezzo già proprio della stampa: quello di replicare una notizia solo per il fatto che è stata già diffusa, rendendo secondario il lavoro di verifica. In questo modo sono stati presi sul serio proclami la cui autenticità ancora oggi è da verificare: ancora oggi su blog considerati autorevoli vengono ripetute e rilanciate cose la cui attendibilità è stata da tempo confutata: per esempio, Beppe Grillo nel suo blog ha rilanciato la panzana che vuole il fatto che sia stato sperimentato che due telefonini accesi cuociono un uovo. E’ una panzana la cui falsità è già nota, ma siccome l’ha detto Beppe Grillo nel suo blog, le persone tendono a crederci. Io invece non dimentico la prima cosa che mi ha detto il caporedattore quando sono andato a lavorare al Corriere: “Per i nostri lettori il Corriere è come la mamma e alla mamma bisogna poter sempre credere – mi ha detto – Quindi fai in modo di portarmi notizie che non vadano smentite”

“Della professione giornalistica però ci sono anche altri aspetti – replica Bordone – anche perchè i giornali sono strutture gigantesche, specie di moloch, fatte di giornalisti iscritti all’ordine che dovrebbero essere, proprio per questo “timbro”, più credibili. Provo a fare un esempio che ha coinvolto Gianluca Neri: il primo maggio di due anni fa Neri scopre con un metodo banale come togliere le pecette sul caso Calipari, semplicemente aprendo il documento non con word ma con un altro programma di scrittura, che non riconosceva le “pecette” fatte dal programma Microsoft. Senza gli omissis il documento contiene tutto, persino da chi è stato redatto e chi coinvolge. Quando si rende conto di avere una notizia di prima pagina, decide di attaccarsi al telefono e avvertire qualcuno, ma si scontra con il fatto che è il primo di maggio e tutti sono in vacanza: Non solo, i pochi che ci sono non gli credono perchè non si immaginano che un blogger possa avere una notizia di prima pagina. E meno male chea un certo punto è riuscito a trovare Luca Sofri, che l’ha messo in contatto con uno dell’Ansa… Questo episodio mostgra con evidenza l’incapacità di parlarsi tra i due mezzi, incapacità evidenziata dal fatto che quando viene citata una fonte letta su un blog viene citata come provenienza il blog: che è come dire che una informazione è arrivata per lettera senza dire chi l’ha scritta. La verità è che il bello del blog è che lo sputtanamento è immediato: un esempio è la strage di Cana: nelle prime notizie diffuse i numeri dei morti erano inverosimili. Ma questa notizia è stata smentita più facilmente e veleocemente dalla stampa americana e dai blog che dalla stampa italiana. Perché è difficile che in Italia un giornalista che dica una sonora scemenza abbia delle serie conseguenze e ne sia smascherato”.

Un altro dei cambiamenti che il blog sembra avere imposto all’informazione è lo stile di scrittura. E’ davvero così?
“Credo che il blog sia un fenomeno troppo giovane ancora per influenzare la scrittura, è un mezzo che ha un pubblico ancora troppo distinto – risponde del Frate – Quello che temo però è che scimmiottare uno strumento di successo possa decretare la morte di un giornale cartaceo: con un giornale posso riflettere di più, prendermela più comoda, stare in poltrona. Ma per mantenere questo ruolo è necessario caratterizzare in maniera maggiore l’informazione. Per esempio, contrariamente alla rete un giornale può mettere più in ordine le cose. In internet volte hai dei problemi di orientamento, con il giornale no: anzi è proprio questo il ruolo di chi impagina un giornale, quello di segnalare al lettore quali sono le cose che è bene che lui sappia.

Secondo voi come stanno cambiando investimenti e progetti nei confronti dell’informazione on line?
“Io penso che i giornali on line siano in una fase transitoria – azzarda Bordone – la Sony sta già pensando ad un
monitor che permetta di leggere il giornale, pari pari a quello di oggi, risparmiando carta e gasolio. Il problema è quello che c’è dentro: i contenuti dei nuovi giornali sono tutto un mondo in divenire, che cambierà secondo le esigenze delle persone. E quando finiranno i giornali cartacei non ce ne accorgeremo, semplicemente non ne avremo più bisogno”.

“In Italia il successo dei lettori on line non è ricambiato da una stessa attenzione da parte degli investitori – ammonisce però del Frate – l’ultimo bilancio di RCS vedeva un ricavo per il quotidiano cartaceo di 470 milioni di euro e per l’attività on line di 5 milioni e 200 mila euro: si tratta di un rapporto quasi di uno a cento. Tant’è che il Corriere.it sta in piedi perchè ha il marchio Corriere alle spalle, e il vero salto che va compiuto in questo senso non riguarda il gusto dei lettori ma nell’attenzione al mercato pubblicitario”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Settembre 2006
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