L’altra faccia delle valli varesine: l’autostrada del disboscamento

Sentieri cementificati per il passaggio dei trattori, segnaletica assente e disboscamento senza etica tra Marzio e Marchirolo

Disboscamenti selvaggi, vere e proprie autostrade di terra battuta e di cemento per trattori – come documentano le immagini –  devastazione del tracciato dei sentieri allargati dai mezzi da lavoro e che consentono scorribande di mezzi da motocross o fuoristrada. Ecco l’altra faccia dei nostri boschi nelle valli a nord di Varese.  Stiamo parlando dei sentieri confinali tra Marzio e Marchirolo nei territori della Valganna-Valmarchirolo dove i sentieri per gli escursionisti spariscono tra gettate di cemento e sottobosco selvaggio che ha preso il posto degli alberi tagliati e non rimpiantati.

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A denunciarlo in una lettera sono due lettori, Alberto Roghi e Marco Moroni, che dopo anni di escursionismo e di passione per la montagna si sono armati di macchina fotografica e hanno documentato alcune situazioni critiche nei boschi tra i due paesi. «Le conseguenze di un taglio dei boschi senza regole porta alla perdita di molti sentieri escursionistici – spiegano i due in una lunga lettera – in questo modo anche un esperto si potrebbe perdere». In Svizzera, come spiegano i due, è diverso: il disboscamento è rispettoso del sottobosco ed è sempre accompagnato da programmi di rimboschimento mirato a preservare le caratteristiche naturali dei luoghi. I sentieri sono segnalati con criteri omogenei che indicano le mete con toponomastica riconoscibile sulla cartografia e l’intervallo di tempo medio per raggiungerle, la segnaletica orizzontale è di due tipologie che differenziano percorsi escursionistici (bianco-rosso) da quelli di alta montagna (bianco-azzurro) . Non è consentito l’abbandono del legname e delle fascine per lunghi periodi di tempo nei boschi nè tollerato il transito di automobili o moto da cross ne’ tantomeno l’apertura di carrozzabili per le attività di taglio del bosco. La cartografia è di esemplare chiarezza e precisione e consente un facile orientamento, aggiuntivo a quello già più che sufficiente della segnaletica verticale ed orizzontale.

Questa è la Svizzera. Ma le nostre comunità montane fanno il possibile e ce lo conferma proprio la presidente della comunità montana Valganna-Valmarchirolo Maria Sole De Medio che riguardo al tema dice la sua: «La verifica del rispetto dei boschi da parte dei taglialegna spetta alla guardia forestale – spiega la De Medio – dal canto nostro stiamo investendo risorse proprio nel recupero dei sentieri con speciale riguardo proprio alla Linea Cadorna. Riguardo a quello che hanno documentato i due escursionisti verificheremo tramite i nostri uomini e tramite l’assessore Paolo Sartorio». I soldi, che secondo Moroni ci sono dai recenti finanziamenti regionali, in realtà non sono molti: «Quando possiamo rimboschiamo e curiamo i sentieri – spiega la De Medio – ma non sempre i finanziamenti che arrivano sono finalizzati necessariamente a quelle iniziative. Sulla linea Cadorna, inoltre è in attuazione un progetto di museo della Guerra Bianca che la Regione ha voluto fortemente delegare al nostro ente montano per curarne lo sviluppo».

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Pubblicato il 12 Settembre 2006
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