Fumagalli alla corte della Moratti
L'ex Sindaco entra come dirigente nell'assessorato all'Istruzione del comune di Milano
Non finisce di stupire la girandola di incarichi che l’ex Sindaco di Varese Aldo Fumagalli è riuscito a confezionare da quando è uscito da Palazzo Estense.
L’ultimo è quello che lo vedrà nuovamente impegnato al fianco di Letizia Moratti in qualità di dirigente nell’assessorato all’Istruzione del comune di Milano. Un incarico di cui si ventilava l’ipotesi già da alcune settimane, ma che ora è certo. Non sono ancora definite le mansioni, mentre sarebbe già deliberato il compenso che supererebbe i 100mila euro lordi all’anno.
Fumagalli, dopo le dimissioni da sindaco era stato chiamato dalla Moratti, allora ministro dell’istruzione, in qualità di direttore generale. Da lì era stato poi spostato nel Veneto, sempre con una carica direttiva. Passata l’estate sembrava invece certo il suo rientro nella città giardino a guidare il liceo classico. Ipotesi che aveva fatto preoccupare non poco genitori e docenti.
Vale la pena ricordare che Fumagalli ha una situazione giudiziaria ancora non risolta, tanto che alcuni senatori, tra cui Paolo Rossi della Margherita e Maria Pellegatta dei Comunisti italiani, lo scorso 17 maggio hanno presentato un’interrogazione scritta al ministro della pubblica istruzione in cui si affermava che "Aldo Fumagalli già destinatario di un avviso di garanzia per concussione e peculato è stato iscritto altresì nel registro degli indagati per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e successivamente si è dimesso dalla carica di Sindaco di Varese”. Inoltre, “l’incarico di Direttore di ufficio scolastico regionale (Dirigente generale) proprio per la delicatezza e l’importanza che riveste, necessita di una figura che, oltre ad essere di indubbia trasparenza e capacità, sappia collaborare a pieno titolo con le istituzioni del territorio”. Per questi motivi i senatori chiedevano “se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa, se ritenga che l’ufficio scolastico regionale del Veneto possa continuare in questa situazione la propria attività amministrativa e quali iniziative di competenza intenda adottare per ristabilire i principi che devono essere alla base di un incarico dirigenziale nella pubblica amministrazione”.
La questione allora venne risolta. Ora si ripropone a Milano, tanto che all’interno dell’assessorato si è già levata qualche protesta e preoccupazione anche di natura economica.
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