«La fiction su mio padre non racconta la verità»

Celestina Peruggia commenta amaramente il risultato televisivo della storia di suo padre Vincenzo, l'uomo che rubò la Gioconda:«Hanno romanzato tutto»

«Hanno profanato la memoria di mio padre, io darei un oscar alla Rai per la fiction che fece tanti anni fa, almeno non hanno localizzato Dumenza in val Veddasca». Comincia così lo sfogo della signora Celestina che altri non è che la figlia di Vincenzo Peruggia, (nella foto segnaletica dell’epoca) il dumentino che rubò la Gioconda, il giorno dopo la messa in onda della fiction che racconta la vera storia di suo padre. In realtà la signora Celestina aveva previsto una storia romanzata in quanto la produzione del film non è mai andata a Dumenza nemmeno a vedere i luoghi dove in gran parte aveva vissuto il padre. «Hanno detto che mio padre è andato via da Dumenza dopo un’alluvione  ma non è così – spiega la signora Peruggia che oggi ha 82 anni – molti di Dumenza erano andati in Francia a cercar miglior fortuna ma solo perchè qua si moriva di fame».

C’è qualcosa che corrisponde al vero nella fiction di Canale 5? «Si, il momento in cui mio padre stacca il quadro dal muro – dice non senza ironia Celestina – il resto è una storia tratta da quella vera e, a mio giudizio, dovevano cambiare il nome del protagonista e dire che era una storia romanzata tratta da quella vera». Non è per niente contenta, dunque, di come è stata raccontata la storia l’anziana signora che racconta di come il padre ricevette i complimenti dall’università di Firenze per come aveva custodito il quadro di Leonardo in quegli anni:«Lui aveva sempre tenuto la Monna Lisa nel velluto in un apposita valigia con doppio fondo e non in una valigia di cartone come si vede nella fiction».

Infine la signora contesta anche l’idea che lo avesse fatto per amore di una ballerina: «Ma quale ballerina, lui lo fece per ignoranza! – ammette Celestina – Credeva che quel quadro, come molti, fosse stato trafugato da Napoleone durante la sua campagna d’Italia mentre in realtà è stato dipinto su commissione di Francesco I, re di Francia da Leonardo. Fu regolarmente pagato». La motivazione patriottica, dunque, è quella di fondo e non quella amorosa. Ma Celestina, che ha sempre ammirato il coraggio di suo padre, oltre a ricordare l’amicizia nata tra il Peruggia e D’Annunzio, regala un piccolo aneddoto rivelatosi poi vero, di suo padre davanti alla Giocndo nel Louvre, anni dopo insieme alla moglie: «Marciranno i tetti – disse impassibile – ma il mio nome rimarrà celebre per sempre». Come dargli torto?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Ottobre 2006
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