Nove anni fa la strage dei fornai

La notte della befana del 1998 Elia Del Grande uccise il padre, la madre e il fratello. Lo scoop di Varesenews e l'audio del primo interrogatorio realizzato in Svizzera

A Cadrezzate la notte della befana di nove anni fa fu una strage. Elia Del Grande (la foto al momento dell’arresto) freddò uno dopo l’altro il padre la madre e il fratello maggiore. Sei colpi di fucile. Con lui un solo complice che non sparò un colpo ma lo accompagnò a casa prima della mattanza.

Il processo a Varese si chiuse con una condanna a tre ergastoli. In appello a Milano i giudici accettarono invece la tesi della semi infermità mentale riducendo così la pena a trent’anni.

Nove anni dopo l’unica vera novità è che i due avvocati difensori non assistono più Elia. “Non sappiamo più nulla, -afferma Gianfranco Orelli, che ha lavorato insieme a Ettore Maccapani nel processo Del Grande, – dopo il processo d’appello non abbiamo più visto il nostro assistito. Ci siamo sentiti dire in carcere a Pavia che non potevamo incontrarlo perché aveva revocato l’incarico”.

“La strage dei fornai” in realtà lascia aperti diversi interrogativi che formulavamo già alcuni anni fa.

Una vicenda dai contorni poco definiti perfino nella effettiva dinamica dei fatti anche se venne ricostruita con dovizia di particolari.

La storia di Elia uscì anche dai confini della nostra provincia e la Rai realizzò un’intera puntata su quella notte di sangue.

Varesenews, malgrado alle prime armi e con poca esperienza realizzò un vero scoop grazie a Internet. Il nostro giornale fu l’unico a pubblicare l’intervista con l’ex fidanzata di Enrico, fratello di Elia, che viveva a Santo Domingo. Marieloy Fernandez (nella foto con Enrico Del Grande) fu letteralmente “braccata” da giornalisti italiani ma non volle concedere interviste a nessuno a differenza di Rayza, fidanzata di Elia, che lo fece a pagamento con diversi nostri media.

La strage dei Del Grande scoperchiò un mondo che spesso viene tenuto ben nascosto. Un mondo di perbenismo, di ipocrisie, di droga, pornografia, turismo sessuale. Tre vittime e un paese sotto choc, ma ridurre tutta la questione alla pazzia, vera o presunta di Elia era riduttivo allora come lo è anche oggi. E, a differenza del caso di Pietro Maso, qui non era una questione di eredità a scatenare la furia omicida. 

Il file audio del primo interrogatorio a Ponte Tresa in Svizzera

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Gennaio 2007
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