Sale il Pm10: il comune che fa?

Lettera aperta di Amici della Terra a Palazzo Estense. Bortoluzzi: « Siamo in uno stato di emergenza e occorre agire di conseguenza»

Riceviamo e pubblichiamo

Egregi Signori,

Arpa Lombardia ha segnalato che ieri la centralina di Via Copelli, per il quinto giorno consecutivo, ha superato i limiti di legge stabiliti per il Pm 10 (50mg/mc).

Arrivati al quinto giorno, era tradizione che la Giunta comunale di Varese assumesse  dei provvedimenti di limitazione del traffico autoveicolare privato.

Dalle dichiarazioni riportate dai giornali di oggi da parte del Sindaco e dell’Assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese, sembra che ciò non  avverrà almeno come in passato

Non siamo contrari a questo modo di pensare.

Hanno ragione Fontana e Federiconi: i blocchi del traffico realizzati negli anni passati sono serviti solo a spostare il carico d’inquinamento ma non a migliorare, neppure temporaneamente, il problema ambientale della città.

Quello di fermare il traffico come si è fatto gli anni trascorsi, esemplifica un modo di fare politica che serve solo a lavare le coscienze degli amministratori di turno e a diseducare i cittadini, soprattutto i più giovani , ma nulla più.

Non diciamo, con questo, che bisogna stare fermi.

Siamo in uno stato di emergenza e occorre agire di conseguenza. Non però a casaccio.

Ci aspetteremmo, quindi, un cambio di rotta dell’attuale Giunta, che magari portasse a rispolverare (per applicarlo) quel piano predisposto dall’allora Assessore alla Tutela ambientale, Michele Amirante e distribuito a tutti i cittadini di Varese, che riguardava un’ampia zona della città e non solo il suo centro.

Piano che  lo stesso Amirante non ebbe il coraggio di porre in opera e che dovrebbe invece essere reso realtà, arricchito però con una parte dedicata ad un rafforzamento del trasporto pubblico.

Avremmo anche un sogno.

Quello che i provvedimenti di limitazione del traffico riguardassero un’area varesina ben attrezzata dà treni e autobus, priva di inquinamento acustico i di miriadi di camioncini per la consegna di beni a persone ed esercizi.

Come detto, nella lettera inviata ieri al Sindaco di Varese è comunque necessario che vi sia una programmazione scientifica delle iniziative da adottare per far fronte a problemi che si sa benissimo che che si ripresentano ciclicamente. Serve nominare, con effettivi poteri, il Mobility Manager comunale.

Se domani i dati negativi non ci fossero più, non servirà a nulla cantare vittoria.

Puntare sul vento o magari sulla neve, sarebbe sconcertante per una città capoluogo che ha bisogno di conoscere il proprio destino senza rassegnarsi a una cronicità respiratoria di massa.

Un inquinamento così elevato e costante, diventa un problema politico. Vivere secondo standard minimi, non è un " optional ", è un diritto radicale e non alienabile.

Non vogliamo con questa contestazione far lievitare l’ansia, anzi è necessaria la massima pacatezza. Proprio partitamente si può rilevare che la questione non è più legata ai tecnicismi dilettanteschi dell’assessore di turno.

E’ ormai politica.

E’ Palazzo Estense che deve dare il la alla realizzazione di un Centro studi o Agenzia per la mobilità, che possa applicare i propri interventi non solo su base  di città bensì di area omogenea e che possa scambiare continue informazioni con gli altri  Centri vicini (per esempio, il CCR di Ispra ovvero il Vel di Mendrisio).

Per essere grandi serve che le scelte  del Comune di Varese diventino collettivamente condivise. L’ambito ecologico  è nobile ma ancora non  globale. Non si tratta di salvare tutti i nostri polmoni grazie all’ attivismo delle associazioni ambientaliste e degli ecologisti di torno.

Non siamo noi a poter tanto

E’ il Palazzo  che deve agire per far si che  la popolazione nel suo insieme  diventi  ecologista, rendendosi conto che l’aria di Varese è come un passeggero sul "Titanic".

La conta dei giorni velenosi scandisce una rotta che sarà presto irreversibile. 

Così non si può andare avanti. 

Soprattutto le giovani generazioni accumulano uno svantaggio nella crescita. I bambini di Varese pagano nei bronchi e nelle proprie orecchie costi che sono molto più pesanti di quelli dei loro coetanei di altre città. Se politicamente si prende consapevolezza  che non si può continuare così, diventa realistico prepararsi a decisioni strutturali di largo e stabile impatto. Si devono disegnare programmi ambiziosi. Serve un approccio unitario, trasferibile dal  piano economico a quello ambientale simile a quello vissuto dagli americani negli anni ’30 della grande depressione. 

Bisogna decidersi ad elevare la questione veleno (legata in notevole parte e al traffico e agli impianti di riscaldamento) a tema numero uno rispetto al quale ogni altro aspetto della dinamica socio economica cittadina sia disposto a fare un passo indietro.
In attesa di riscontro, porgo vivissime cordialità.

Arturo Bortoluzzi – Amici della Terra

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 10 Gennaio 2007
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.