Duemilasette, l’anno del wireless in Valcuvia
L’assessore alla comunicazione Sonzogni lancia la sfida: «Da noi terreno fertile per i provider che vogliono offrire servizi anche ai comuni scoperti»
Le strade di internet, si sa, sono infinite. E se sono senza fili è meglio ancora. Un progetto ambizioso che sta prendendo piede in Valcuvia, negli ultimi mesi, è proprio questo: portare l’alta velocità di connessione a disposizione di tutti, anche di chi abita in piccoli centri dove spesso i provider non hanno interesse a investire negli allacciamenti.
La ricetta, dal punto di vista tecnico informatico, c’è. Si chiama wireless – senza fili, appunto, in inglese – e la Comunità montana della Valcuvia sta elaborando un piano per arrivare a far sedere allo stesso tavolo più operatori che offrono servizi di connessione veloce a internet – i provider, appunto – così da avere molteplici vantaggi per gli enti e i cittadini. In pratica: nessun aggravio per gli enti pubblici (cioè nessun investimento in infrastrutture a carico delle pubbliche amministrazioni), servizi ai cittadini e agli utenti finali, e libertà di mercato, che in soldoni si tradurrebbe in un vantaggio in termini economici. Il beneficio per gli operatori risiederebbe nella possibilità di avere “terreno fertile” dal punto di vista politico acchè la maggiore area possibile della comunità montana venga coperta dal servizio.
«Contiamo, nel giro di tre mesi, di poter dotare anche i piccoli centri oggi non coperti da internet veloce di questo sitema – ha spiegato Roberto Sonzogni, assessore che fra le sue deleghe ha anche l’informatica (nella foto) – . Si è trattato di un lavoro non facile di mediazione soprattutto considerando il fatto che, a differenza di altri progetti simili realizzati in provincia, questo non richiede alcun esborso o impegno da parte degli enti pubblici. In precedenza erano stati effettuati numerosi tentativi, tutti falliti, da parte dei singoli comuni per ottenere la copertura ADSL per i propri cittadini. L’assessorato ha raccolto e dato voce alle molte richieste coordinando il lavoro a livello comunitario.
Sono iniziate quindi le ricognizioni sul territorio e il confronto con le parti interessate, cioè i comuni e gli stessi provider, per valutarne e comprenderne le reciproche esigenze»
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