Riapre dopo quattro anni la provinciale, Luino e Ponte Tresa ricollegate
La strada, franata in seguito all'alluvione del 2002, è stata riaperta dopo la cerimonia d'inaugurazione. Soddisfazione dei cittadini e delle istituzioni
Riapre ufficialmente oggi, mercoledì 24 gennaio, dopo quattro lunghi anni e spiccioli, la strada provinciale 61 che collega Luino a Ponte Tresa e Porto Ceresio. Una frana la spazzò via per un lungo tratto tra Cremenaga e Cadegliano Viconago nel novembre del 2002 dopo giorni e giorni di pioggia incessante mentre il fiume Tresa, che scorre poco sotto, portava via con sé pezzi interi di strada. Oggi la riapertura, alla presenza dei protagonisti della ricostruzione a partire dai sindaci di Cremenaga Mario Della Peruta e di Cadegliano Viconago Arnaldo Tordi insieme al suo predecessore Umberto Favella. Con loro c’era Massimo Buscemi, fino all’anno scorso assessore alla Protezione Civile, c’erano i vice-sindaco di Lavena Ponte Tresa Monica Boniotto e di Luino Vincenzo Liardo. Non potevano inoltre mancare Carlo Baroni assessore alla viabilità della Provincia e i due presidenti della comunità montana Valceresio, Andreoletti, e valli del Luinese, Locatelli. Presente anche personale tecnico del direttore del dipartimento del territorio ticinese Marco Borradori.
C’erano tutti per suggellare la riuscita di un lavoro di pressing tra istituzioni che ha portato alla riapertura di questa importante arteria che sgraverà, almeno in parte, la dogana di Lavena Ponte Tresa dal peso del traffico di frontiera tra Italia e Svizzera. La strada – lo hanno detto tutti – non è quella definitiva. Già si anticipano i lavori che porteranno a quella nuova mentre si sottolinea che questa soluzione provvisoria è comunque sicura grazie a sensori posizionati nella montagna che rileveranno ogni minimo movimento franoso, facendo chiudere la strada immediatamente. «Siamo qui a permettere ai tanti automobilisti che ogni giorno usavano questa strada di tornare alle vecchie abitudini – ha detto Baroni – ma stiamo già studiando il progetto del nuovo viadotto che nascerà una volta che verranno spostati i pozzi di captazione da parte svizzera. A quel punto potremo spostare la sede stradale verso la Svizzera in modo da creare uno spazio tra la montagna e la strada che accoglierà gli eventuali detriti franosi che potranno ancora cadere. Inoltre risagomeremo la montagna».
Appassionati gli interventi dei sindaci che hanno sottolineato il grande sforzo fatto per arrivare ad ottenere la strada e i sacrifici sopportati dai cittadini che dovevano entrare e uscire dalla dogana due volte anche solo per andare a far la spesa. «Difficoltà – come ha detto Buscemi – che la gente di qui ha sopportato con grande dignità e forza d’animo». Ora la strada è stata riaperta e si attende di vedere gli effetti futuri che questa riapertura porterà su tutta la viabilità della valle del Tresa.
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