Renato Curcio contro la fabbrica globale

Molta gente per ascoltare l'ex Br che ha presentato un'inchiesta critica sulla grande distribuzione

La sala del circolo Sancho Panza di via De Critstoforis è piena per l’arrivo dell’ex terrorista rosso che non ha mai sparato un colpo. Silenzio e applausi misurati. Decine di persone, tutti per ascoltare la lezione di Renato Curcio, il fondatore delle Brigate Rosse, sulle regole della grande distribuzione che fa il mercato "mettendo i lavoratori contro i consumatori". Curcio spiega i meccanismi del nuovo capitalismo con semplicità e densità di spunti. E’ un sociologo e insieme un divulgatore attento, analitico, preciso sulle fonti.
Lo si ascolta come a una lezione universitaria.  E’ da anni il curatore di una collana di libri, "Sensibili alle foglie", che ha studiato diversi fenomeni della società italiana con occhio attento.
Oggi Curcio parla dei meccanismi della fabbrica globale, dove l’esempio perfetto, secondo lui, è la grande distribuzione, che produce da una parte (sfruttando chi lavora), assemblea e distribuisce da un’altra (sfruttando chi lavora) e vende a una categoria di consumatori (prendendoli spesso in giro). Insomma, le analisi del sociologo sono precise e non lasciano molti dubbi su come la pensi. Chi non condivide questa critica serrata direbbe che l’ex Br è prevenuto verso il mondo delle imprese.
Curcio, tra gli altri, ripete concetti condivisi da molti analisti radicali e che sono patrimonio, da anni, di una vasta critica a un modello globalizzato di impresa che oggi, tutti, chiamano il modello wal mart: un colosso americano della distribuzione che vende tutto a prezzi stracciati, ma che è accusata di avere la mano pesante con i dipendenti e il braccino corto con i fornitori.
La collana "sensibili alle foglie" ha studiato il ciclo produttivo delle aziende globalizzate, e Curcio ha espresso concetti che sono contenuti in particolare in tre libri: "L’azienda totale", "Il consumatore lavorato" e "La trappola etica". In questi volumi si parla di un mondo del lavoro tornato improvvisamente territorio di sfruttamento. Curcio ha ricordato alcuni episodi emersi durante le ricerche per questi volumi: lavoratori asiatici come in campi di concentramento, finte certificazioni Ogm, tentativi di aggirare le normative sul cibo biologico, e persino sul made in italy, lavoratori licenziati perchè dire la verita su quel che succede in un supermercato di Milano significa, per l’azienda, violare il segreto industriale. E poi ancora storie di precariato spinto nei call center. E critiche sottili al credito al consumo nei supermercati, troppo seduttivo. Curcio parla sempre da studioso ed è prudente. Non accenna mai a lotte o percorsi sindacali.  Ed è anche un pò retrò quando chiede di fare delle domande con una curiosa frase: "Beh…ora apriamo una fase dialogica". Conclude dietro al banchetto, parlando, jeans e maglione, con gli acquirenti dei suoi libri.

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Pubblicato il 27 Gennaio 2007
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