A Laveno c’è un sentiero che ridà la vista ai ciechi

Il navigatore satellitare per non vedenti inventato dal Ccr, userà i microchip recuperati dallo stomaco delle mucche. Iniziati i lavori

Operai al lavoro , a Laveno, per installare un sentiero elettronico per ciechi che sarà all’avanguardia in Europa. Lo ha ideato il Ccr di Ispra e sarà pronto tra un mese. Il Comune sta attrezzando un chilometro, dalla stazione, fino alla fine del lungolago, con piccoli microchip a impulsi. Curiosamente, i microchip non sono stati acquistati. Li ha ritirati, gratis, un ricercatore del Ccr, in un macello civico di Roma. Sì, perché i segnalatori che stanno mettendo sul terreno a Laveno, provengono dallo stomaco di una mucca. Sono, in realtà, delle capsule da sette centimetri, che servono all’anagrafe bovina per rendere rintracciabile l’animale.

Quando la mucca si prepara a rendere la sua carne ai supermercati, gli operai recuperano il cilindro di ceramica. Non è un vezzo, ma una vera e propria necessità ambientale. Come spiega Marco Sironi, il capoprogetto del Ccr di Ispra che ha avuto l’idea: “I microchip saranno 50 milioni in Europa, tra un anno, e lo smaltimento è diventato un problema serio”. Così, il Ccr li ritira e li mette in terra. Quando interrogato da un apposito lettore, il microchip è riutilizzabile per segnalare il passaggio di persone. Il sistema funziona così: il transponder (come si chiama in gergo) emette un segnale, un bastone con antenna lo capta, un cellulare di ultima generazione lo codifica, un auricolare bluetooth lo trasforma in voce. E per il non vedente che si doterà di tutta questa attrezzatura (costo medio 500 euro), camminando sul sentiero dei transponder, si apre un futuro di mobilità sicura, garantita e senza limitazioni.

Il Ccr ha pensato a un percorso che permetta a un cieco di scendere dal treno e farsi una passeggiata sul lungolago, ma in futuro anche prendere il traghetto e andare sulla sponda piemontese.
I ricercatori stanno creando una banca dati elettronica, con tutte le informazioni logistiche su Laveno, che prevede persino una descrizione del panorama quando ci si siede su una panchina, di fronte alle isole Borromee.
Al progetto, ribattezzato “Sesamonet”, partecipano Marco Sironi (capoprogetto del Ccr), Graziano Azzalin (funzionario Ue), Marcello Barboni (ricercatore dell’università di Genova), Francesco Rizzo (ricercatore dell’università La Sapienza di Roma), Paolo Timossi (ricercatore università di Genova). Ne sentiremo parlare ancora. Anche perchè il costo per un’amministrazione locale non è proibitivo (circa 20mila euro potrebbe essere il denaro sborsato dal comune di Laveno) e una volta messi i microchip l’infrastruttura rimane, vasta solo aggiornare il database con gli ostacoli sul territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Gennaio 2007
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