Nasce a Varese il grande centro

Paolo Caccia candidato del polo civico di centro in provincia insieme a Udeur e diversi ex Dc

E’ nata l’alternativa all’Udc, si chiama Polo Civico di Centro, aggrega anche Udeur ed ex democristiani di Follini, Prandini e Pizza (quello che ha il simbolo vero),  e presenta l’ex big Paolo Caccia (foto) alla presidenza della provincia. «Ma non vogliamo essere contro nessuno – dice il candidato a Villa Recalcati – soprattutto tra fratelli separati». L’obiettivo è semmai aggregare anche l’Udc per fare il grande centro. Ma intanto, se dovessero strappare qualche consigliere, magari lo stesso numero di quelli dell’Udc, è chiaro che la cosa non passerebbe inosservata.
I neo centristi hanno fatto anche un sondaggio, che li darebbe tra l’8 e l’11% in provincia. Caccia però vuole un profilo basso, si accontenterebbe di qualche consigliere, ma soprattutto di essere tra i padri fondatori del centrismo a livello nazionale. A Varese, se glielo chiedessero, potrebbero collaborare con la maggioranza che uscirà vincitrice. Soprattutto se ci fosse un ballottaggio, però solo a patto di una condivisione sui principi. O magari anche in consiglio, ma solo su provvedimenti isolati, perché come dice Giuseppe Morrone, segretario provinciale dell’Udeur «questo proporzionale obbliga a dire sempre di no, anche quando le idee degli altri sono buone».
Tuttavia, per adesso fanno tutto da soli. Spazio per accordi, magari dopo. Varese diventa un laboratorio nazionale della nuova balena bianca: il Polo Civico di Centro porta via un pezzo di centrosinistra, e presenta molti ex di Forza Italia e Udc. In provincia sostengono Caccia tre liste: Polo Civico di Centro, Italia di mezzo (Follini), e poi un’aggregazione tra l’Udeur di Mastella, la Dc di Pizza, e il Partito democratico cristiano di Prandini (altro grande ex). A Varese ci sarà un candidato sindaco in ogni comune: l’ex forzista Massimo Trevisol a Cassano Magnago, Giuseppe Albertini a Malnate, Franco Bianchi a Tradate, Alberto Righino a Besozzo, Giuseppe Netti a Cardano al Campo, Alida Magni a Ferno, Giocondo De Santis a Sumirago. In Lombardia presentano liste in un bacino elettorale di 1 milione e 800mila elettori: Como provincia (da soli però), Cantù, Erba, Legnano, Garbagnate Milanese.
Caccia si appella a tutti gli italiani stanchi di questo “bipolarismo mediatico”, un 30% di elettori il cui voto oscilla. Lo stesso fa in provincia, dove apre alle questioni locali come ambiente, salute, viabilità, infrastrutture. Accanto a lui l’ex Udc Quintino Magarò e il coordinatore del Pcdc Girolamo Bergamaschi. E poi Gianmarco Ricci (Italia di mezzo), Giuseppe Morrone (Udeur), Angelo Piero Moleri (Italia Futura), Marco Ferro (Dc di Pizza), Ermanno Rotondi (Partito democratico cristiano di Prandini).
Paolo Caccia ha 69 anni e una lunga carriera ai vertici della Dc: assessore in provincia dal 1970 al 1975, consigliere regionale dal 75 al 79, deputato alla camera dal 79 al 94. Uscito dalla bufera di tangentopoli con prescrizione in appello, racconta di essersi dedicato, negli ultimi anni, al volontariato
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Pubblicato il 26 Marzo 2007
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