Un “ponte” fra Italia e Svizzera lungo un secolo

Uno sguardo al passato, ma con l'occhio ben aperto sul futuro della linea della Valmorea

Ma cos’è la Valmorea, la ferrovia  internazionale chiusa ormai da 70 anni? A noi "moderni" il nome dice poco o niente, ma per gli abitanti del Varesotto di inizio novecento era un’istituzione, una via di comunicazione che collegava Mendrisio con Castellanza, inaugurata a più riprese all’inizio del secolo scorso.

Tutto ebbe inizio il 17 luglio 1904, con l’inaugurazione della prima tratta che collegava Castellanza con Cairate-Lonate Ceppino; si dovettero aspettare dodici anni, fino al 10 gennaio del 1916, per vedere la nascita del secondo pezzo, che portava la ferrovia fino a Valmorea, per poi raggiungere il suo massimo sviluppo il 27 giugno del 1926 grazie al collegamento internazionale con Mendrisio. Un “ponte” tra Italia e Svizzera, nato da un’esigenza economica della zona per  la grande presenza di industrie, che necessitavano di una via di comunicazione per il trasporto di persone e merci. Ben presto però si scontrò con il governo fascista: non vedendo di buon occhio il controllo della linea da parte di una società privata con capitali stranieri, sfavorì la linea, non adeguandone le tariffe doganali a quelle delle linee concorrenti di Luino e Chiasso, di proprietà statali. Il risultato? A soli due anni dall’inaugurazione, la linea internazionale fu chiusa a causa della mancanza di passeggeri, e fu posto un imponente cancello come simbolo dalle autorità, al confine di Stabio con Santa Margherita.

Lasciata al suo destino, la linea subì un progressivo deterioramento, soprattutto in territorio italiano: il bosco la invase, e le piene del torrente Lanza, che attraversa la Val Morea, distrussero in più punti il piano stradale. La tratta svizzera ebbe invece una sorte migliore: acquistata prima dalla Raccordo SA, poi ceduta alle FFS, le ferrovie federali svizzere, fu adibita  a raccordo industriale per le numerose manifatture e depositi di carburante ticinesi.

Bisogna aspettare la fine degli anni ottanta e la passione di un gruppo di ticinesi, il Club di S. Gottardo, per iniziare a riavere una qualunque speranza sulla ferrovia: è grazie al loro impegno che i tratti elvetici iniziarono di nuovo a trasportare turisti da Mendrisio fino al grotto di Santa Margherita. Questa prima opera di ripristino ha contagiato gli appassionati locali, fino alla riapertura del cancello mussoliniano del 12 settembre 1993, con la grande manifestazione “Un treno senza frontiere”. Da li, molti i traguardi raggiunti nel corso degli anni.

Con la collaborazione delle amministrazioni comunali e l’interesse della Provincia, il lavoro dei volontari italiani ha permesso la riapertura della stazioni di Cantello nel 2003, e di quella di Malnate (foto) prevista per il 12/13 maggio. La strada per il ripristino del percorso iniziale è ancora lunga, ma già si parla della riapertura del nuovo tratto fino a Castiglione Olona, grazie anche al sostegno della Provincia che, nella figura dell’assessore alla Viabilità Carlo Baroni, sta studiando un nuovo piano per la modifica della viabilità del ponte di Vedano, e per il recupero dell’aera intorno alla vecchia stazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2007
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