Capitano Prisco Mazzi: e la truffa è on line

Questa volta gli hacker si sono finti agenti di polizia impegnati nella lotta al download illegale di mp3

Un’altra truffa on line, questa volta scoperta dalla Polizia Postale: si tratta di una mail che da stamattina ha iniziato ad invadere migliaia di caselle postali di tutta Italia. La mail è un avviso del capitano della polizia “Prisco Mazzi”, che in un italiano poco corretto informa l’ignaro lettore di averlo colto in flagrante: ha scaricato dei file musicali gratuitamente. Ma c’è una possibilità per non incorrere nella punizione prevista dalla legge: promettere di non farlo più, e per farlo bisogna accedere ad un archivio, ovviamente tramite la mail, ed inserire un codice personale che testimonia l’impegno a non scaricare più nessun mp3.

Ad un attento lettore, non preso dal panico per essere stato scoperto, la mail non può che sembrare una truffa, visto i numerosi errori di grammatica e l’assurdità del contenuto; per gli altri, invece, la conseguenza è un virus nel computer e un tentativo di truffa. Il virus in questione è comunque già conosciuto da tutti gli antivirus, possibilmente aggiornati. L’”attacco” ha già fatto numerosissime vittime, che hanno invaso le linee telefoniche della Polizia postale per denunciare l’accaduto, tra cui anche quella di Varese che da stamattina è impegnata nel rassicurare i malcapitati. Sicuramente con la paura maggiore di essere stati scoperti a scaricare illegalmente piuttosto che del virus, che probabilmente proviene o ha transitato dalla Corea del Sud. In migliaia sono caduti nella trappola, e per questo motivo la Polizia ha diramato un comunicato stampa per mettere in guardia gli utenti dal pericolo del capitano Prisco Mazzi e del suo “cavallo di Troia”.

Ma questo è solo uno dei tanti tentativi di “phishing”, ossia delle truffe via posta elettronica con lo scopo di carpire dati e accessi personali ai conti bancari on-line. Un fenomeno che negli ultimi anni, con la diffusione globale di internet, ha raggiunto dei livelli preoccupanti.

Uno degli ultimi episodi risale a poche settimane fa, una truffa “sotto” il nome delle Poste Italiane: un avviso di scadenza del conto corrente per mancato utilizzo, da scongiurare collegandosi al link del sito. Che ovviamente nasconde un virus.

Un’altra truffa simile usava come copertura il nome di un’importante banca italiana, che annunciava al lettore di aver chiuso il suo conto corrente per motivi di sicurezza, e per sistemare la situazione era necessario inserirne il numero e il codice di accesso. Risultato: molte persone si sono viste prelevare denaro dal proprio conto corrente.

Un’altra trovata degli hacker nostrani è stata invece usare il nome di un avvocato per comunicare la presenza di un credito a nome del lettore: che, attratto dal possibile guadagno, aprendo l’allegato trova una piacevole sorpresa. Un virus, un tentativo di truffa e di estorsione del denaro.

Esempi dell’ingegno a servizio della malafede, ma anche segnali che devono portare i possessori di caselle di posta elettronica a stare più attenti a ciò che ricevono e leggono, con un occhio di riguardo a tutto ciò che riguarda  banche, poste o istituzioni in genere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Maggio 2007
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