Rimane un sogno una grande televisione insubrica

Il segnale italiano della Rtsi nell’Insubria è stato spento perché costava troppo mantenerla. È quello che emerso nell’incontro conclusivo del Festival Insubrico che si è svolto in Piazza Monte Grappa nei gironi scorsi. La serata di domenica, infatti, è stata dedicata a un tema caro ai varesini: “Che fine ha fatto la televisione della svizzera italiana? Cronaca di una sofferta scomparsa e di un attesissimo ritorno”.
All’incontro, moderato dal giornalista de La Prealpina Pasquale Martinoli, hanno partecipato Maurizio Canetta, responsabile magazine e attualità della Rtsi, il sindaco di Varese Attilio Fontana e i giornalisti Gianluigi Paragone, Dax Media e Dario Dossena. Presente anche l’attore Yor Milano che ha ricordato come la tv svizzera sia sempre stata nel cuore degli italiani.

Canetta ha spiegato le scelte difficile di gestione che la tv svizzera ha dovuto operare negli ultimi anni: lo spegnimento del segnale del nostro territorio è stata soprattutto una scelta dettata da condizioni economiche. Infatti la Rtsi, dall’anno prossimo, non trasmetterà più la Formula Uno, e non partirà più il canale con le trasmissioni dedicate ai bambini. E poi la scelta di trasmettere in digitale e non più in analogico, perché costa meno. Secondo Canetta, mantenere accesso il segnale per tutta l’area insubrica, sarebbe costato diversi milioni di euro, una situazione che al momento la tv svizzera non si può permettere.

In poche parole, per noi resterà un sogno quello di avere, come è stato auspicato, una grande televisione dell’Insubria. Nessuno se lo può permettere.