“Confesso che ho pescato”, sessant’anni di pesca raccontati in punta di penna

Il secondo romanzo di Ernesto Giorgetti racconta la storia di Cazzago Brabbia tra reti da pesca, barche e braccia forti su un lago cambiato e trasformato

Ernesto Giorgetti è uno degli ultimi pescatori professionisti del Lago di Varese. È nato a Cazzago Brabbia il 17 maggio 1935, da 60 anni svolge la professione di pescatore. “Confesso che ho pescato” è il suo secondo romanzo, nel 1977 ha pubblicato “Dialoghi tra un contadino e un lupo” e nel 1974 la raccolta di racconti e poesie “Fonte, fuoco e fumo” con la prefazione di Piero Chiara. Da qualche anno cura la “rivista on-line di anticonformismo” ilgiornaledellago.com 

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Quando cominciò il suo apprendistato, negli anni Cinquanta del secolo scorso, la pesca era un’attività perfettamente integrata nel mondo contadino di allora. Ma quasi subito, mentre anche i villaggi assumevano velocemente i modi e le caratteristiche della società moderna industriale, e i figli dei contadini andavano in fabbrica, anche i pescatori si ritrovarono come naufraghi «su un’isola galleggiante che si allontanava dalla riva». Così spiega il cambiamento di visuale e prospettiva l’autore, e forse la metafora spiega la ragione per cui il libro era stato scritto e ora pubblicato: restare in contatto con un filo (della memoria) con la terraferma.  

Un’altra circostanza ha reso possibile la sua stesura: l’essere il Giorgetti, “Ul Nesto” come lo chiamano tutti in paese, a Cazzago Brabbia, 700 anime e una cultura della pesca, professionistica e non radicata nel Dna degli abitanti. Fin da giovane appassionato di letture, ha collaborato alla redazione di Virgola, una rivista assai originale che riecheggiava con ironia leggera le vicende paesane di Cazzago Brabbia. Il libro era stato scritto per illustrare alcune tecniche di pesca che minacciavano di perdersi, ma poi la simpatia che traspare dell’autore per i personaggi coinvolti ha fatto emergere sprazzi di gusto antropologico della vita paesana di allora: un modo di essere comune solo qualche decennio fa, ma oramai così lontano da noi come un passato remoto. Il libro è stato presentato venerdì 15 giugno alla Trattoria della Rosa di Cazzago: tantissimi sono intervenuti, cazzaghesi e non, per ascoltare le parole dell’autore e del suo presentatore, lo storico Luigi Stadera, che del lago ha scritto e ha contribuito a diffonderne l’atmosfera e la conoscenza anche oltre i confini del Varesotto. “Confesso che ho pescato”, tenuto nel cassetto per quasi 30 anni, è dedicato a suo padre e alla moglie Claudia, con la quale ha avuto sei figli. Nel libro si possono riscoprire non solo atmosfere e panorami di un paesaggio che fu, ma anche personaggi reali, che hanno fatto la storia di Cazzago Brabbia e del lago, una storia fatta di reti da pesca appesa ad asciugare e barche che escono la mattina presto solcando le acque una volta cristalline e oggi paludose e verdastre. Le stesse che ancora oggi, guidate con sapienza dai remi dei tre pescatori cazzaghesi ancora in attività (Natale, Ul Negus e Ul Nesto, tutti e tre Giorgetti) si possono scorgere in mezzo al lago, estate ed inverno, in attesa che le reti si riempiano di pesce, pronto per essere pulito e poi servito in carpione o negli altri mille modi che solo le donne del lago conoscono.   

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Confesso che ho pescato

224 pagine – Giugno 2007

Prezzo di copertina 12,50 €

Marte Edizioni

“Collana” sezione narrativa della Editrice L’Ammonitore srl – Varese

Via Crispi, 19 – 0332 283009

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Pubblicato il 18 Giugno 2007
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