Negozi e nuove case al posto della vecchia Sama
Nei primi anni del Novecento è stata l'industria angerese più importante. Ora sulla sua superficie sorge un grosso cantiere
Case, negozi e due piani di parcheggio interrato. Quella che nei primi anni del Novecento fu la fabbrica più importante di Angera – tanto da arrivare a scandire con il suo fischio le giornate della cittadina – ha lasciato il posto a un imponente cantiere edile. Sulla sua superficie di oltre duemila metri quadrati, ora di proprietà dell’Immobiliare Anglesia, stanno per sorgere case e negozi che prenderanno il posto delle stanze che hanno ospitato i primi telai e macchine tessili. La fabbrica infatti fu fondata all’inizio del Novencento sotto la denominazione di Società Anonima Maglificio Angerese (Sama).
La sua è una storia molto particolare fatta di scelte ambiziose, studiate ma sempre innovative.
Prima fra tutte il fatto che a fondarla furono due donne Amalia Forni e Teresina Piona che, oltre ad essere due pioniere dell’imprenditoria femminile, furono anche tra le prime a investire in un settore, il tessile, che in quegli anni ad Angera era quasi una novità. Le due imprenditrici, che gestivano inizialmente un piccolo laboratorio in piazza Garibaldi, decisero di rischiare e di ampliare la loro attività spostandosi, anche questa fu una scelta controcorrente, proprio nel centro cittadino. Acquistarono così un terreno – quello dove poi è sorta la Sama e che ora ospita il cantiere – nel cuore del paese tra le due vie del centro storico angerese: la via Mario Greppi (un tempo Corso di Mezzo) e la via Achille Piazzi (ex strada dei Barbacani).
Nel 1928 la Sama dava lavoro a circa 500 dipendenti e disponeva di 400 telai Jacquard e circolari. Le dipendenti erano quasi tutte donne angeresi oltre ad alcune lavoratrici che arrivavano dalla sponda piemontese. Il successo di questa azienda fu un grande impulso per lo sviluppo economico e sociale della cittadina e anche sul piano dell’emancipazione della popolazione femminile che altrimenti sarebbe rimasta confinata nelle campagne.
Gli anni Quaranta segnarono una svolta nella vita del maglificio angerese: la nuova politica del regime costrinse la Sama a rinunciare al mercato estero e, ben presto, sui telai le divise dei soldati presero il posto dell’abbigliamento tradizionale. Un cambio di produzione che permise all’industria di stare in piedi negli anni del conflitto ma che divenne un grosso handicap al suo termine.
Dopo la guerra l’azienda fu assorbita dall’industriale Zincone che non seppe però riconvertire i macchinari e far fronte alle nuove richieste del mercato. La manodopera fu progressivamente ridotta fino alla cessazione delle attività nel 1952. In quell’anno un incendio notturno distrusse gran parte degli edifici e con essi il futuro dell’industria che chiuse i battenti subito dopo.
Lo stabile ospitò negli anni successivi alcune piccole attività artigianali.
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