Case popolari, nuova legge nuovi affitti

Il canone minimo per alloggio viene fissato a 20 euro per l’area di protezione, 70 euro per l’area dell’accesso e 120 euro per quella della permanenza

«Se il problema della nuova legge regionale è l’aumento del trecento per cento del canone nelle fasce più povere, è meglio chiarire subito di che cifre si parla. Tra i nuclei familiari che subiranno un maggiore aumento percentuale ci sono infatti 464 famiglie in Varese e Provincia che attualmente pagano meno di 7 euro al mese e che d’ora in poi – anzi, con una progressione che verrà completata in tre anni – finiranno per pagare un canone di minimo 20 euro mensili».

Come dire che l’aumento del 300% significa in soldoni, che si passa da un canone mensile d’affitto pari ad una pizza, a un canone mensile paragonabile a una ricarica di telefonino. Non sono questi, perciò, i “cambiamenti sostanziali” che il progetto di legge che fissa i criteri generali per la determinazione dei canoni per l’edilizia residenziale pubblica,  appena approvato dalla Giunta Regionale Lombarda, e che entrerà in vigore il 1° gennaio 2008 mette in campo. A spiegare le novità, e a cerrcare di inquadrarle in un’ottica diversa rispetto alle anticipazioni di stampa, è Giampietro Colombo, il presidente dell’Aler varesina, che precisa anche come «Il sistema attuale, oltre a non garantire risorse sufficienti per la manutenzione degli immobili, viene considerato iniquo da tutti i soggetti del settore, comprese le parti sociali. Un’iniquità che risiede – o si deve dire risiedeva –  principalmente nella precedente modalità di calcolo, che valutava solo il reddito lordo annuo dell’inquilino senza legarlo ad altri indicatori di “ricchezza”, anche se in questi casi spesso di ricchezza non si può parlare. Ora la situazione viene sempre più soppesata».

Il meccanismo della riforma del canone per le case popolari gira intorno all’introduzione dell’ISEE, un indicatore (più precisamente “Indicatore Socio Economico Equivalente”) che viene già utilizzato per decidere sconti ed esenzioni per esempio sui servizi scolastici, e che  misura la situazione economica basandosi non solo sui redditi, ma anche sulla composizione familiare. I nuclei familiari vengono poi così “divisi” in quattro aree, a cui sono stati dati quattro nomi diversi: con ”protezione” si considera chi ha un reddito ISEE fino a 9mila euro;  con “accesso” si parla di nuclei con ISEE da 9mila a 14mila euro; l’area “permanenza” riguarda famiglie con ISEE da 14mila a 28mila euro. Oltre questo reddito Isee, si entra nell’area “decadenza” che riguarda coloro che hanno superato i limiti per la permanenza in un alloggio “popolare”.

Il canone minimo per alloggio viene fissato dalla nuova legge a 20 euro per l’area della protezione, 70 euro per l’area dell’accesso e 120 euro per quella della permanenza, fermi restando i minimi più alti già esistenti «alcune Aler come Sondrio e Lecco – spiega il presidente Colombo –  applicano da tempo un canone minimo di 30 euro dopo accordi locali anche con i sindacati».

La legge regionale, fatta salva la «totale adattabilità al caso personale, da definire volta per volta» come ha precisato la dirigenza Aler varesina, fisserà così un criterio univoco per tutta la Lombardia. Ma quali saranno gli impatti di questa nuova legge in provincia? «Secondo le nostre prime proiezioni sugli affitti, il 17,3% avrà una diminuzione e l 82,7% avrà un aumento del canone – spiega Gaetano Campione, direttore generale dell’Aler varesina –  Tra le famiglie con canone in diminuzione ci sono in particolare le famiglie numerose che con l’introduzione dell’ISEE possono far valere con più forza il peso della composizione familiare».

Attualmente le 6104 famiglie varesine utenti pagano un canone sociale medio di 103 euro/mese. 2117 di loro pagano meno di 50 euro al mese, e più precisamente: 464 famiglie pagano meno di 7 euro al mese, 797 famiglie pagano tra 7 e 20 euro al mese, 531 famiglie pagano tra 20 e 35 euro al mese, 325 famiglie pagano tra 35 e 50 euro al mese. La nuova legge prevederà che gli assegnatari che non sono in grado di far fronte al pagamento del canone di locazione e dei servizi, possono richiedere ai Comuni e all’Aler un “contributo di solidarietà” previsto dalla legge stessa «che da noi è già partito da anni, si alimento con il fondo proveniente dagli affitti di box e negozi di proprietà Aler  e corrisponde a circa 200 euro annue per quelli che erano di fascia prima, cioè inquilini che pagavano circa 70-80 euro all’anno».

Quelli che faranno parte degli “estromessi”, e non avranno più diritto alle case non sono molti: circa lo 0,9% del totale degli affittuari: «Poche decine di persone, che hanno un reddito annuo di circa 50 mila euro annui, e che possono affacciarsi a canoni di affito di mercato».

Per loro però, considerata la aumentata capacita di spesa e risparmio, c’è ancora una possibilità: l’acquisto della casa: la nuova legge prevede la possibilità di vendere solo per esigenze di razionalizzazione e dell’economicità della gestione in base ad un programma che deve essere approvato dalla Giunta regionale e che riguarda non più del 20 % del patrimonio totale della Azienda. Le abitazioni verranno offerte agli inquilini che occupano gli alloggi in questione, in particolare a quelli che vivono in condomini a proprietà mista, ad un prezzo inferiore di circa il 35% rispetto al prezzo di mercato, con agevolazioni di pagamento.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Novembre 2007
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