Dallo Stato i fondi ai “comuni nucleari”

Sono "misure compensative" per i paesi che devono fare i conti con la gestione e lo smantellamento di scorie radioattive. Due milioni a Ispra per quelle stoccate al Ccr

Per molti anni, almeno finchè e se verrà istituito un deposito centralizzato di questi materiali, il sito del Ccr – Centro comune di ricerca – di Ispra farà da custode temporaneo delle sue scorie radioattive. A stabilirlo è la legge 368 del 2003, quella che ha modificato il cosidetto "decreto Scanzano", testo del Consiglio dei Ministri che nel novembre del 2003 designò la città lucana come centro unico di raccolta dei rifiuti nucleari. Di fronte alle proteste e alle mobilitazioni popolari che quella scelta scatenò la disposizione non venne eseguita e, fino a nuove decisioni, competerà ancora ai comuni che le ospitano gestire e stoccare le proprie scorie. Per i paesi come Ispra – unico "comune nucleare" della provincia di Varese e della Lombardiasono state però previste ed erogate delle "misure compensative". Soldi, in altre parole, che questi luoghi attendono dal 2003 ma che solo quest’anno sono giunti nelle casse degli enti locali. Metà per i comune e metà per le province.

In Italia sono nove – Ispra è quello più a Nord, Rotondella in Basilicata quello più a sud – i paesi che ospitano sul loro territorio ex impianti nucleari o del ciclo combustibile nucleare. Per mettere insieme le proprie esperienze e per far valere i loro diritti questi comuni si sono dati appuntamento a Roma per costituire, in collaborazione con l’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani -, un Coordinamento dei comuni con servitù nucleare. «Tra questi centri – spiega il sindaco di Ispra, Paolo Gozzi – è stata stabilita una regola precisa: per evitare speculazioni e per garantire l’effettiva smantellazione delle scorie è stato vietato il trasferimento dei rifiuti radioattivi da un sito all’altro».

La ripartizione dei fondi pubblici è stata stabilita dall’Apat, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, sulla base di una serie di valutazioni tecniche. I fondi, relativi agli anni 2004, 2005 e 2006, che sono stati destinati e percepiti dal comune di Ispra sono pari a circa due milioni di euro, la stessa somma che è stata destinata alla Provincia di Varese. «Sono solo una parte dell’arretrato che attendiamo – ha concluso il sindaco Gozzi -. Li consideriamo come entrate "una tantum" e, dato che non sono soggetti a particolari vincoli di spesa, potranno essere utilizzati per far fronte alle esigenze della cittadinanza».

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Pubblicato il 07 Dicembre 2007
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