CCR, se ne vanno le scorie nucleari, arrivano i soldi
Palestra, nido e ambulatorio: il sindaco Paolo Gozzi presenta i progetti che saranno finanziati con le risorse che lo Stato ha destinato ai comuni che ospitano rifiuti radioattivi
Una vera e propria compensazione per il rischio di avere entro i confini comunali un deposito di scorie radioattive. Due milioni di euro in tutto, che serviranno a rimettere a nuovo una palestra, un nido e un ambulatorio. Opere che il Comune di Ispra realizzerà con i fondi destinati dallo Stato ai comuni che "si tengono in casa" rifiuti nucleari. Risorse "di compensazione" che sono entrate nelle casse dell’amministrazione per gli anni 2004, 2005, 2006 e che quest’anno sono arrivati.
«Fondi che, nell’ultima seduta del Consiglio comunale, abbiamo destinato alla realizzazione di alcune opere pubbliche necessarie alla cittadinanza» ha spiegato il sindaco Paolo Gozzi.
Ottocentomila euro andranno a ripagare, insieme ai 218 mila stanziati dal settore Marketing territoriale della Provincia di Varese, i lavori di ristrutturazione della palestra delle scuole. In quell’edifico, nella primavera del 2008, partirà un intervento per creare nuovi spazi per l’attività fisica dei ragazzi e, nel seminterrato, per una mensa da 150 posti.
«La scelta di ristrutturare la palestra scolastica è stata determinata da una serie di analisi tecniche e amministrative – ha aggiunto il primo cittadino – ma soprattutto dalle indicazioni e dai suggerimenti delle direzioni didattiche delle scuole e dalle persone che ne fanno uso». L’opera sarà completata dalla ristrutturazione esterna e dalla realizzazione di un nuovo parcheggio.
Altri cinquecento mila euro saranno spesi poi per il rione delle Cascine dove si procederà alla sistemazione della scuola, alla creazione di un nuovo asilo nido e di un ambulatorio medico. «La parte restante del contributo resterà nelle casse del comune – ha concluso il sindaco – decideremo in futuro a cosa servirà».
I depositi del CCR non sono del tutto vuoti: dopo quelli partiti un mese fa alla volta degli Stati Uniti, in una struttura specifica per lo smaltimento, restano da smaltire ancora 3000 metri cubi di materiale.
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