Sogliano in procura: “Si è parlato della barca +39”

Breve interrogatorio dal pm Agostino Abate interrotto per un problema tecnico. Il patron del Varese è indagato per riciclaggio

E’ durata pochi minuti l’audizione di Riccardo Sogliano, patron del Varese 1910, dal sostituto procuratore Agostino Abate. Una ventina di minuti in tutto, durante il primo interrogatorio, in procura, dall’inizio dell’indagine su una serie di movimenti di denaro che interessano società riconducibili all’ex calciatore del grande Varese, oggi manager di successo, imprenditore, con buone relazioni con il mondo politico. Il confronto con il magistrato è stato interrotto per un inghippo tecnico, il guasto di una delle macchine che serve alla trascrizione del colloquio.

A quanto trapela, le poche domande rivolte al patron del Varese 1910 hanno riguardato principalmente l’avventura della barca «+39» in Coppa America, gestita da un consorzio per cui il manager varesino aveva contribuito a raccogliere finanziamenti attraverso una cordata di sponsor. E’ lo stesso legale di Sogliano, Daria Pesce, a chiarire la natura dell’interrogatorio: «Il mio assistito non ha fatto alcun commento – spiega l’avvocato – sono state fatte alcune domande sulla barca che partecipò alla Coppa America e poco altro, noi abbiamo sempre detto che eravamo disponibili a fornire chiarimenti e così sarà». L’interrogatorio riprenderà nei prossimi giorni.

Sogliano è indagato per riciclaggio e la Guardia di finanza sta effettuando una minuziosa indagine sui conti appartenenti a società a lui riconducibili, su ordine della procura, dopo le perquisizioni dello scorso 19 giugno in società di Varese, Milano, Roma, Parma e Reggio Emilia.
Il manager ha dichiarato di sentirsi tranquillo e di poter giustificare ogni centesimo.

Nei giorni seguenti alle perquisizioni di giugno fu il procuratore della repubblica, Maurizio Grigo, a commentare il lavoro delle fiamme gialle. «C’è un movimento di denaro ingente nei conti che abbiamo controllato, ci sono degli aspetti che vanno chiariti –  disse il procuratore –  milioni di euro che attirano l’attenzione, specie nel periodo 2005 e 2006, bisogna insomma capire da dove arriva questo denaro, con quali finalità e dove va a finire».
L’indagine nasce da una costola dell’inchiesta sul banchiere Fiorani, che raccontò ai magistrati milanesi di aver cercato di dare 50mila euro al parlamentare leghista Giancarlo Giorgetti. La somma fu rifiutata e l’onorevole, secondo Fiorani, avrebbe detto: «Se vuoi dai una mano al Varese». Gli interessati affermano però di non aver mai visto una lira.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Dicembre 2007
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