Il popolo del rave: “Non potete fermarci”

A seguito dell'invasione della fabbrica dismesso di Vedano, ancora in atto, esplode il dibattito tra i lettori. E tra questi anche alcuni ragazzi che hanno preso parte al party

Vogliamo solo divertirci, non diamo fastidio a nessuno, ci riprendiamo gli spazi, non badate a noi. Sono queste, nè più nè meno, le difese che i ragazzi che hanno partecipato al rave di Vedano prendono nei confronti della situazione di degrado, descritta da un articolo e due gallerie fotografiche di VareseNews.

In molti lettori hanno condannato profondamente quello che è accaduto, ma i "raver" hanno risposto a modo loro alle critiche. Come Luca Alfa che ricorda: «Io ero presente e devo dire che è stato bellissimo. Dovete invece ringraziare che è stato scelto un posto abbandonato e non magari un parcheggio di un supermercato o qualcosa d’altro. Capisco il disagio delle persone che sentivano la musica in casa ma loro festeggiano? Questo è il nostro festeggiamento è poi un paio di giorni al anno. Gente imparate a vivere e divertirsi e non un mondo di brave persone che tutte le mattine alle 8 va a lavorare».

Pepsi, invece, ha una posizione discretamente "antiborghese": «Noi tra un po’ ce ne andiamo, tuo figlio vestito bene che prende a schiaffi il coetaneo per rubargli cellulare e Ipod rimane, il tuo commercialista che scoppia una famiglia con la sua jeep nera e va a trans pure rimane. Non so sapete se un muro da riverniciare o la tua santa rotonda bloccata tre giorni valgono una qualsiasi delle vostre esistenze a pane e maria de filippi. Pace».

L’esperienza raccontata è davvero di allucinazione, come dicono Lanza («Allucinante!! Bellissimo e spaventoso allo stesso tempo») e Matteo Bianchi: «Io ci sono stato, era proprio pieno di drogati. E mi sono anche divertito. Mi sembrava di essere a fianco di Tina Turner in Mad Max.E poi… se qualcuno non usa queste aree dismesse per costruire gli alberghi dei mondiali… che se le prenda il popolo della notte».

La richiesta più forte, tuttavia, sembra quella di essere ignorati, ricordando che i raver sono molti e non si possono "combattere". Così dice, quasi minacciosamente, raver008: «Non vi va mai bene nulla… inoltre e’ impossibile fermaci.. siamo troppi… e ci saremo sempre.. da tutte le parti del mondo.. potete spegnere una festa… ma da un altro posto ce n’è un altro… non ci fermeremo mai e saremo sempre di piu’!!! Parole di un raver!!!».

Simile la posizione di Raver: «Potete odiarci. Potete ignorarci. Potete non capirci. Potete essere inconsapevoli della nostra esistenza. Possiamo solo sperare che non ci giudichiate, perchè noi non vi giudicheremo mai. Non siamo criminali. Non siamo disillusi. Non siamo dipendenti dalla droga. Non siamo dei bambini inconsapevoli. Noi siamo un villaggio tribale, globale, di massa, che non dipende dalla legge fatta dall’uomo, dallo spazio e dal tempo stesso. Noi siamo un’unità».

In realtà non tutti i ragazzi passati al rave hanno un giudizio positivo su quel che è accaduto: «Sono appena passato di lì per caso a prendere un panino con gli amici; due minuti dopo uno dei ragazzi, appena uscito dal rave, minacciava di AMMAZZARE il mio amico perchè non aveva sigarette da dargli: ha dovuto dargli quella che aveva in bocca. Poco dopo arriva un altro ragazzo con le labbra NERE da quanto "smascellava" dalla droga che aveva in corpo chiedendo anche lui una sigaretta. Questa gente se ne frega di tutto e tutti, e il sindaco cosa dice? "Era proprietà privata, non potevamo entrare"».

Il popolo del rave sembra aver scelto Varese come location ideale per i suoi party. Per affrontare questo tema, forse, il dialogo è un buon punto di partenza. Per questo i commenti sul nostro articolo rimangono aperti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Gennaio 2008
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