Cina e India fanno schizzare il prezzo del Latte Varese
Un aumento di quasi 18 centesimi in soli tre mesi. Secondo Coldiretti la causa è l'aumento dei prezzi dei cereali con cui si alimentano le mucche
Perché in poco più di un mese il latte che è un bene primario è aumentato di 20 centesimi? La domanda è stata posta da un lettore di Varesenews e consumatore affezionato del "Latte Varese", commercializzato dall’omonima cooperativa agricola. «l’aumento riguarda tutti i marchi – dice Carlo Crosti, direttore di "Latte Varese" – ed è dovuto a un accordo su base nazionale riguardante i produttori di latte. In pratica le stalle hanno chiesto un aumento da dividere in tre tranche: la prima a settembre, la seconda a ottobre e la terza a gennaio. La cooperativa "Latte Varese" ha scelto di accorpare gli aumenti in due tranche, per non penalizzare i consumatori. Per cui a settembre non abbiamo fatto alcun aumento, accorpandolo a quello di ottobre».
(foto, da sinistra: carlo Crosti, l’assessore provinciale Bruno Specchiarelli e Fabio Binelli presidente della cooperativa agricola "Latte Varese")
Il prezzo al consumo è dunque passato da 1, 14 euro a 1, 32 euro. «Noi non consigliamo più il prezzo di vendita al pubblico – continua Crosti – ma solo quello di acquisto, in rispetto della circolare antitrust che mira giustamente a non far nascere accordi tra i produttori. Non abbiamo avuto lamentele, anche se ci siamo visti calare sulla testa un aumento di cui avremmo fatto volentieri a meno».
Le ragioni dell’aumento del prezzo di produzione del latte, che è passato da 0,33 a 0,42 centesimi di euro, sarebbero dovute all’aumento del prezzo dei cereali usati per alimentare le mucche e del gasolio usato per i mezzi agricoli. «È la prima volta in quattro anni che aumenta il prezzo base del latte, negli anni precedenti era sempre diminuito – spiega Ignazio Bonacina, della Coldiretti -. È accaduto sia perché India e Cina hanno fatto man bassa sulle borse mondiali del grano per la richiesta del loro mercato interno, sia per l’aumento del petrolio. Inoltre, un ruolo negativo è stato giocato dalla siccità che ha diminuito la redditività dei raccolti. Un ritorno a stagioni normali, dove neve e pioggia riprendano il loro ciclo naturale, farebbe bene anche al prezzo del latte».
Il prossimo 31 marzo ci sarà la nuova trattativa con i produttori di latte e non si esclude un ulteriore aumento del prezzo al consumo. «Mi auguro di no – conclude Bonacina – anche se il condizionale è d’obbligo».
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