I sindaci lombardi dichiarano guerra alla privatizzazione dell’acqua
Centoventi comuni chiedono al Pirellone di rivedere la legge regionale. Sei i centri varesini coinvolti: Daverio, Buguggiate, Casale Litta, Laveno, Cremenaga e Fagnano Olona
È ancora presto per dirlo ma la pioggia scesa finora non fa ben sperare sulle sorti della prossima estate. Anche per il 2008, lo confermano i dati del Centro Geofisico Prealpino, si prospetta l’ombra della temuta crisi idrica. A risollevare il problema è Alberto Tognola, primo cittadino di Daverio che in questi giorni si sta facendo portavoce, insieme ad altri cinque sindaci della provincia, di una campagna contro la privatizzazione dell’acqua potabile. Più precisamente, i comuni varesini hanno aderito a una "battaglia" che vede schierati ben 120 centri lombardi. Una squadra di comuni che ha propostro un referendum abrogativo di alcuni articoli della legge regionale 18 del 2006 che regola i servizi idrici. Il testo normativo prevede che negli Ato (Ambito territoriale ottimale) lombardi ci sia la separazione tra la gestione delle reti e l’erogazione del servizio idrico.
«Questa legge impone ai comuni di indire una gara d’appalto per affidare l’erogazione, quindi di privatizzare il servizio – spiega Tognola – . Questo vincolo impedisce di scegliere tra i tre tipi di gestione che sono invece previsti dalla normativa nazionale ossia tra quella pubblica, mista e privata». Il primo obiettivo, quello di raggiungere un’adesione di almeno cinquanta comuni – numero necessario secondo lo statuto della regione Lombardia per indire un referendum -, è già stato abbondantemente raggiunto. La palla è poi passata al Pirellone che avrebbe dovuto esaminare la proposta lo scorso 20 dicembre ma che l’ha rimbalzata, a causa della mancanza del numero legale, alla seduta successiva. Il Coordinamento dei comuni – che a Varese vede schierati oltre a Daverio anche Laveno, Cremenaga, Buguggiate, Fagnano Olona e Casale Litta – si è perciò riunito ieri a Cologno Monzese, ente capofila dell’iniziativa. «L’idea – ha concluso il sindaco – è quella di essere presenti con un presidio durante la prossima seduta del Consiglio Regionale per dimostrare la serietà delle nostre intenzioni. L’iniziativa non ha colore politico e naturalmente è aperta anche anche ai nostri cittadini».
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