“Abbiamo abbassato la musica ma non ci fanno suonare”

Sancho Panza ha fatto i lavori per silenziare la musica, ma aspetta che il Comune ne prenda atto. Solo, che l’attesa è un po’ lunga, e sottrae fatturato a una cooperativa che vive di serate e di clienti: niente musica, niente soldi; niente soldi, addio musica dal vivo a Varese. Finirà davvero tutto così? Nel rispetto di una vecchia tradizione che vuole la dissoluzione di tutte le alterative culturali alla città? (nella foto, Paolo Cassani e Meme Battaggi, presidente della coop Sancho Panza e presidente dell’associazione El Quixote)

Sancho Panza, che rimane comunque aperto come bar, ha fatto i lavori di insonorizzazione per i concerti, e ha chiamato l’azienda che deve certificarli, ottenendo un documento positivo.
Giovedì scorso i risultati sono stati consegnati all’ufficio del sindaco e all’ufficio commercio. Ma la cooperativa non ha ancora avuto risposta. Il sindaco Attilio Fontana spiega che i tempi non dipendono da lui, ma dall’Arpa: "Per revocare l’ordinanza che vieta la musica – sottolinea – abbiamo bisogno di un parere dell’Arpa che faccia dei rilievi sul locale”.
L’Arpa, l’azienda regionale che si occupa dell’inquinamento acustico e ambientale, non si è ancora mossa e in effetti ha 60 giorni di tempo per fare le analisi sul volume dei musicisti che si si esibiscono al Sancho Panza. Ma il problema è proprio il tempo, dato che il risultato sulla carta è scontato: l’ordinanza è stata emessa perchè lo studio tecnico diceva che c’erano problemi, ora c’è uno studio che afferma il contrario. Dunque, il via libera arriverà.
Ma a Palazzo Estense, adesso, quello studio non basta e swi ribadisce che il parere dell’Arpa è obbligatorio.

Sancho Panza intanto perde fatturato e ha un po’ di fretta, e il gran problema è tutto qua. L’11febbraio il sindaco ha convocato gli inquilini della via De Cristoforis e i responsabili della cooperativa, per trovare una conciliazione. Perché va bene la legge, ma ci vuole anche un po’ di buona volontà. Da parte di tutti.