Acquedotti, la Lega si mette di traverso

La Lega Nord si mette di traverso e contesta nuovamente l’architettura del nuovo piano d’ambito dell’acqua, in pratica l’atto con cui i comuni e la provincia, insieme all’autorità dell’acqua (Ato), decideranno di chi sono gli acquedotti e i depuratori, chi decide, che cosa si fa per migliorare il servizio.
Il piano è in dirittura d’arrivo, e dovrebbe essere approvato a marzo o aprile: prevede 460milioni di euro di investimenti, due nuovi acquedotti dalla pianura alla zona di Varese per evitare la siccità, ma prevede anche una centralizzazione dei patrimoni che alcuni enti locali non vogliono.
La Lega Nord ha deciso di far saltare il banco, se non verranno soddisfatte alcune richieste, in testa la cancellazione di una sola società patrimoniale d’ambito, dove probabilmente i leghisti temono che comandino i maggiorenti di Forza Italia.
Proprio la rivalità politica è una delle spiegazioni che viene data dalle opposizioni che osservano questa guerra sull’architettura della nostra autorità dell’acqua, ma i leghisti hanno anche altre richieste, tutte in direzione di un "federalismo" industriale: vogliono cioè che i comuni mantengano la proprietà delle reti (che però sono anche fonte di diseconomie), vogliono dei "subambiti" di gestione e non un solo ambito provinciale, bloccheranno l’assemblea dei comuni che deve approvare il piano d’ambito, ma chiederanno anche uno stralcio della parte che riguarda la depurazione delle acque per approvare interventi urgenti, necessari tra l’altro per evitare le sanzioni europee comminate a chi non adegua i depuratori alle normative di Bruxelles.