Nei rubinetti di Dumenza acqua all’arsenico

Il sindaco Moro: «Abbattere i livelli costa troppo mentre l'Ato non ha ancora un piano d'ambito, le dimissioni di Reguzzoni rimandano tutto»

«Ci mancavano solo le dimissioni di Reguzzoni». Corrado Moro, sindaco di Dumenza, commenta amaramente la decisione del presidente della Provincia di candidarsi alle prossime politiche e guarda ai rubinetti del paese con preoccupazione. Dumenza, infatti, dal ’97 lotta contro un nemico invisibile, l’arsenico naturale nell’acqua dell’acquedotto proveniente dalle sorgenti montane. «Questo problema non è più rinviabile – spiega il sindaco sconcertato – ed è proprio la Provincia l’anello debole di tutto il sistema». Il problema, infatti, è il varo del piano d’ambito dell’Ato provinciale, l’organismo al quale i comuni delegano la risoluzione dei problemi legati al ciclo delle acque. Insieme a quella di Sondrio la Provincia di Varese è l’unica a non averlo ancora varato. Intanto dai rubinetti delle case di Dumenza l’acqua continua ad uscire con livelli di arsenico anche dieci-dodici volte superiori a quei 10 microgrammi per litro che è il limite massimo consentito dal decreto legge del 2001.
A mantenere i rubinetti ancora aperti ci pensa una deroga firmata dall’Asl che consente al comune di mantenere potabile l’acqua di Dumenza nonostante i valori al di fuori della norma.
Abbattere l’arsenico nelle acque è possibile e il sindaco lo sa bene ma i costi per ottenere questo abbattimento, per il comune di Dumenza nonostante le casse siano floride, non sono sostenibili.  «Per questo, appena insediatasi questa amministrazione, abbiamo fatto di tutto per entrare subito nell’Ato – spiega Moro – era il 2004, sapevamo che avremmo dovuto fare fronte a costi impensabili per una comunità di 1.400 abitanti e quindi ci siamo lanciati con grandi speranze. Tra ritardi vari, non sempre imputabili alla Provincia, siamo ancora all’approvazione del piano d’ambito che tiene conto di tutti problemi del ciclo delle acque in provincia. Le dimissioni di Reguzzoni, ora, rimandano tutto». Per abbattere l’arsenico servono 675.900 euro dei quali la Regione ha fatto già sapere di essere disposta a finanziare il 40% della cifra. Dumenza dovrebbe tirar fuori da sola 294.000 euro che si vanno a sommare al milione e mezzo di euro già spesi negli ultimi 20 anni per i quali si stanno ancora pagando mutui e ai 500 mila euro appena spesi per collettare.
Il sindaco Moro si ritrova, così, la patata bollente tra le mani e non c’è nessuno pronto a prendersela. «Per il diritto io sono in regola con la deroga dell’Asl che mi dice, però, di mettere l’acquedotto a norma ma dalla Provincia nessuno batte un colpo». Cosa fare? Ad Astano, piccolo comune a ridosso del confine italo-svizzero di Palone a pochi km da Dumenza, il Cantone ha preso in mano la situazione e distribuisce gratuitamente acqua in sacchetti mentre i lavori, iniziati anni fa e in fase di conclusione, stanno riportando acqua sana dai rubinetti. Va detto che in Svizzera il livello legale di arsenico nell’acqua è fissato a 50 microgrammi per litro. Il sindaco chiede sostanzialmente, tre tipi d’intervento: «Prima di tutto chiediamo che le nostre rilevazioni e quelle dell’Asl, sempre più ottimistiche rispetto alle nostre, vengano messe a confronto con le rilevazioni di una società terza al di sopra delle parti, la seconda cosa che chiediamo è uno screening sanitario sulla popolazione per capire se il consumo di acqua contaminata sta creando i presupposti per malattie causate dall’arsenico e come terzo punto l’approvazione in tempi rapidi del piano d’ambito in modo da attivare gli interventi urgenti come il nostro».
Cosa provoca l’arsenico al corpo umano? Moro lo fa scrivere anche sul bollettino comunale per avvertire la popolazione. Da molti studi epidemiologici risulta che a causa del consumo di acqua con concentrazioni di arsenico elevate (maggiori di 0,3 milligrammi per litro) e per periodi compresi tra 5 e 25 anni si hanno lesioni della pelle, cancro della pelle, vescica e polmoni, disturbi vascolari, effetti sul sistema nervoso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Febbraio 2008
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