L’acqua della discordia infiamma gli amministratori del Pd
In un convegno a Villa Recalcati organizzato dal Pd tutti i problemi derivanti dall'Ato non costituita. Senza un piano non si possono toccare le reti idriche e i problemi si accumulano
L’acqua è un problema di tutti, entro il 2050 riguarderà il 65% della popolazione mondiale mentre oggi già 4 abitanti del mondo su dieci vivono in aree dove questo bene è assente. Varese e la sua provincia non sono esclusi, vista la difficoltà ad approvare il piano d’ambito dell’Ato. E’ partito dal problema globale per arrivare a quello locale il convegno degli amministratori varesini del Pd dedicato all’acqua e dal titolo particolarmente significativo "L’acqua è di tutti" :«Nel bene e nel male – spiega Mario Aspesi, capogruppo in Provincia del partito da sempre impegnato su questo fronte – e la fuga di Reguzzoni verso Roma è significativa in questo senso. D’altra parte se la provincia di Varese, insieme a quella di Sondrio, è l’unica in Italia a non aver ancora approvato il piano d’ambito c’è un motivo».
Gli amministratori presenti questa mattina al convegno, circa una sessantina, hanno esposto i problemi derivanti dall’Ato non costituita a partire dal sindaco di Dumenza Corrado Moro alle prese con l’arsenico naturale nei pozzi e una spesa enorme da sostenere per risolvere il problema. I sindaci della fascia collinare, invece, hanno sottolineato i problemi della mancanza d’acqua e dell’immane costo per scavare nuovi pozzi e, infine, il problema delle tariffe che restano bloccate fino a quando non verrà approvato il piano d’ambito. Ma dal discorso non restano fuori i problemi della depurazione, del rinnovamento della rete idrica che perde costantemente il 30-40% dell’acqua pompata a causa delle tubature troppo vecchie e così via. Il chaier des doleances appare infinito mentre dai piani alti di Villa Recalcati, secondo gli amministratori del Pd, il silenzio pesa più di mille parole. «Basterebbe analizzare questo dato – continua Aspesi – a rappresentare la Provincia nell’Ato c’è l’assessore Claudia Colombo che, quando era sindaco di Ferno, non ha aderito all’Ato». A spiegare che l’Ato è possibile ed è di fondamentale importanza ci ha pensato il presidente dell’Ambito territoriale ottimale di Cremona Pieremilio Bergonzi.
Il presidente uscente Marco Reguzzoni, in una dichiarazione di qualche giorno fa aveva fatto sapere che l’Ato sarebbe andata avanti anche senza di lui ma per Aspesi il problema non è andare avanti ma capire dove andare:«I due principali ostacoli alla costituzione del piano d’ambito sono i sindaci della Lega di Tradate e Varese che per un motivo o per l’altro si oppongono – conclude Aspesi – il problema è politico ed è forse meglio che la Lega prenda una posizione in merito a questo problema. Nel frattempo si perdono tempo e soldi mentre il problema dell’acqua si aggrava di giorno in giorno».
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